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STORIA DELLA POESIA IRPINA

Storia poesia irpinaLa rivista "Il Monte", l'Associazione "Ginestra" la Casa editrice Delta 3 presentano la "Storia della Poesia irpina (dal primo Novecento ad oggi)" Volume 2 (Delta 3 edizioni) di Paolo Saggese Saluti Anna Dello Buono, Presidente "Ginestra" Carlo Ciociola, Direttore ella Rivista "Il Monte" Silvio Sallicandro, Editore

Modera Romina Capone, giornalista Intervengono Angela Ziviello, scrittrice Teresa Romei, docente Saranno presenti gli autori di Montella Tullio Barbone, Antonio Cianciulli, Virginio Gambone. Saranno lette anche poesie di Manlio Sarni e di Carmen Moscariello Sarà presente l'autore Montella, Villa De Marco10 gennaio 2014 ore 17.30 Il libro, che segue al primo volume (Elio Sellino editore, 2009), dà un altro notevole alla storia della poesia irpina, dal momento che qui sono studiati da Paolo Saggese altri 102 autori irpini, divisi in poeti fascisti, antifascisti, della tradizione, in latino, della diaspora americana, per il Primo Novecento, i poeti meridionalisti, realisti, civili, poeti della linea religiosa, poeti lirici, poeti sperimentali, dialettali e dell'ultima generazione per il Secondo Novecento.

Il lavoro ambizioso, che Paolo Saggese, Giuseppe Iuliano, Salvatore Salvatore, Alessandro Di Napoli, Franca Molinaro, insieme anche all'UPI guidata da Michele Ciasullo e Tonino Morgante, prevede la realizzazione di altri tre volumi: un altro di storia letteraria, due di antologia, per un numero complessivo di duecentosessanta autori, studiati in duemila pagine. Il progetto dovrebbe essere completato nel novembre 2017: la prossima tappa è giugno 2015, con la pubblicazione del terzo volume di Storia della poesia. Le due antologie, che seguiranno, completeranno il quadro.
Al proposito, nell'introduzione ha scritto Ugo Piscopo:

A monte di questo libro, come di tutta l'opera di Saggese intesa alla ricognizione della poesia e della cultura in Irpinia nell'età moderna e contemporanea, per poi contattare e interrogare, andando à rebours, le situazioni e gli autori del passato e i problemi generali, si colloca un lascito di idee che rinviano al realismo romantico e alla grande scuola storico-filologica che è a cavallo fra secondo Ottocento e primo Novecento. Di qua discende una suggestiva aura vivificante l'interesse a cercare i documenti, a ricostruire paesaggi complessivi e a dialogare con gli animatori di quegli ambienti e di quegli eventi, come alla ricerca degli etimi culturali specifici delle specifiche opzioni linguistiche, retorico-stilistiche, ideali.
Sulla sua formazione influiscono in maniera decisiva gli anni di studio universitario e postuniversitario di Firenze, dove egli ha avuto a punto fondamentale di riferimento, per il suo noviziato di studioso indagatore dei testi in maniera non estetizzante, ma rigorosamente costituita sull'attrezzatura mentale critico-filologica, l'insegnamento di Antonio La Penna, ispirato, come avviene anche per Sebastiano Timpanaro che è testimone e interprete di una vicenda culturale speculare e parallela, alla lezione rigorosa e lucidissima di Giorgio Pasquali costituita su cifre e griglie di alta filologia.
Da La Penna e dall'ambiente toscano, Saggese raccoglie fondamentali suggerimenti anche per la coniugazione militante della ricerca intellettuale con l'impegno a spendersi in maniera totale, ma non gregaria, sul versante delle battaglie etico-civili, per una nuova cultura, per una nuova società. Di qua, l'incontro con Gramsci innanzitutto e quindi con il meridionalismo di Dorso, di Manlio Rossi-Doria, di Carlo Muscetta, che adegua l'analisi e lo scandaglio intellettuale a campo di battaglia per idee e per scelte da calare nel concreto della società, per un avanzamento, anzi una rinascita del Sud e con il Sud di tutto il contesto nazionale.
[...]
E nel segno dell'inclusività e della difesa dell'identità, assolutamente immune da angustie localistiche, è l'operazione di Saggese. È da anni che si è rimboccate le maniche e si è messo a lavorare di buona lena, conseguendo consensi e risultati stimolanti e, insieme, generando aspettative di nuove e più aperte situazioni.
Non mancano, tuttavia, critiche, a cui accenna l'autore stesso nella nota iniziale qui allegata al testo.
Facendo riferimento a eccezioni sollevategli di scarsa selettività, egli rilascia a margine delle veloci glosse di molto buon senso. A integrazione e a potenziamento delle quali, qui se ne aggiungono altre.
Non selettivo, Saggese? Aperto a trattare di tutto? Bene, diciamo noi, perché la linea seguita era/è nelle sue premesse oltre che nella cultura che gli fa da griglia di sostegno. Egli vuole costruire includendo, non escludendo, è attento, secondo programma, coerentemente, a tutti i segni in movimento sul territorio di consapevolezza letteraria e di volontà di fare in direzione di un nuovo profilo dell'Irpinia. In realtà, qualcosa oggi si sta muovendo, in Irpinia, nel Sannio, nel Cilento, nel Sud e più generalmente nella realtà contemporanea, dettato da nuove istanze identitarie, ma anche novatrici, in consonanza con processi più generali di liberazione dell'immaginario. Con pazienza e umiltà muratoriane, Saggese si mette al loro servizio, proprio come il grande autore dei Rerum Italicarum scriptores guardava ai testi che veniva raccogliendo e inquisendo pensando a una nuova frontiera della civiltà e della vita nazionali. Inoltre, dalla stessa cultura di riferimento, Saggese è incoraggiato a procedere non unidirezionalmente, non in esecuzione di formule e di schemi coattivi, accademici, di supporto ai poteri degli autori consacrati dal successo e dei centri di formazione e di orientamento dell'opinione pubblica arroccati in difesa dei feticci e delle poltrone sinodali, ma prestando ascolto agli indizi di nuove situazioni in movimento, costruttivamente, con tutta serietà di offerta.
È qui il segreto della sua motivazione di ricerca, apparentemente facile, anzi, come potrebbe apparire, troppo facile, ma in sostanza rischiosa e scomoda, perché essa richiede una vigilanza a trecentosessanta gradi su tutto ciò che può insorgere o che sta lievitando sul territorio e attorno ad esso.

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