E' stata dedicata a «Scia Luminosa di un Tramonto» la «serata letteraria» di giovedì 12 dicembre, presso il bar «La Controra» di Montella.
Scritto da Pia Cascone (1918-1923), il libro è stato pubblicato pustamo a cura della casa editrice «Il Papavero» di Avellino. La Cascone è infatti venuta a mancare -all'eta' di 97 anni -nel corso del 2013, poco prima che la pubblicazione vedesse la luce.
Dopo una breve presentazione dell'autrice e dell'opera, la giornalista Romina Capone ha dato lettura di alcuni capitoli.
Ne è emersa l'idea di un libro nel quale la perizia stilistica e eleganza si fondono in un raro connubio con la facilita' di lettura.
Un libro che si legge tutto d'un fiato.
Spezzoni di vita quotidiana - vere e proprie «tranches de vie"- si intrecciano indissolubilmente con gli avvenimenti ed i personaggi della grande Storia della prima metà del XX secolo.
Le vicende narrate spaziano dagli anni Venti e Trenta, con l'ascesa del fascismo -anche in termini di ingenuo consenso popolare - passando per la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, fino ad arrivare ai giorni nostri.
L'impianto dell'opera è autobiografico e le vicende dell'autrice e della sua famiglia ne costituiscono il filo conduttore ed il tessuto connettivo.
Nondimeno la prospettiva ben presto - con progressione quasi geometrica- si allarga dal ristretto ambito delle vicende familiari alla descrizione della vita, delle abitudini e dei costumi delle classi sociali nelle diverse epoche.
Il tutto osservato con la lente di un'intellettuale della piccola borghesia partenopea.
I grandi avvenimenti storici vengono calati nel quotidiano e descritti dal punto di vista del loro impatto sulla vita e sul sentire della gente comune: rievocati con gli occhi di allora, essi vengono tuttavia rimeditati dall'autrice alla luce della successiva esperienza.
Nonostante l'eterogeneità delle tematiche e le numerose digressioni, il libro non presenta alcuna tendenza centrifuga
I bozzetti di vita individuale e familiare si alternano piacevolmente alle scene più corali,conferendo al narrato quasi l'organicità di un affresco.
Un ruolo notevole in tal senso lo gioca l'utilizzo di un linguaggio e di uno stile altamente evocativi, capaci di richiamare, con freschezza e senza mediazioni, immagini ed emozioni.
Adriano Garofalo
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