“La professoressa Mazzoleni, - dice Brandi - ha un’idea di ricostruzione della Casa Comunale a km zero, con l’uso dei materiali (pietre, legni, terre) locali, ma la stessa non trova riscontro nel costruito, poiché il tufo non è certamente una pietra locale così come non è locale la malta pozzolanica utilizzata. Asserisce che le Amministrazioni non devono e non possono interferire con la realizzazione dell’opera, ma ogni problema riscontrato lo addebita alle Amministrazioni stesse, infatti, ha dichiarato che nel corso della costruzione del primo lotto si creò per cause politiche uno scollamento progressivo tra l’Amministrazione e la cittadinanza, venne alimentata nella città
un’ostilità montante alle attività amministrative in corso, tra cui la stessa realizzazione dell’opera. Venne anche meno la saldezza gestionale all’interno del Comune, e ciò finì col condizionare lo stesso andamento del cantiere, impedendo nei fatti al Direttore dei Lavori di esercitare la sua autorità nei confronti dell’Impresa e controllare fino in fondo il compimento a.regola d’arte delle finiture. Le fasi finali della costruzione si svolsero nel pieno di una concitata campagna elettorale per le amministrative in cui ogni argomento fu considerato buono a fini di competizioni di parte. Il risultato fu quello del forzato arresto della prima parte dell’opera ad un risultato non pienamente soddisfacente.
Delle due l’una: i meriti e le colpe o sono dell’Amministrazione o sono suoi. E’ poco elegante asserire che i meriti sono suoi e gli errori sono di altri. In primo luogo l’Amministrazione non si vanta di alcunché, in quanto è diritto – dovere degli amministratori svolgere una funzione di controllo su ciò che si realizza sul territorio. In particolare, ed è giusto che i cittadini sappiano, la Sala consiliare prevede 16 posti per gli Amministratori mentre i membri del consiglio comunale, compreso il Sindaco e la Segretaria Comunale sono 18 e la stessa sala consiglio è stata progettata per una capienza di circa 30 posti. Da un’opera così imponente ci si aspettava una sala consiglio utilizzabile anche per convegni e manifestazioni di almeno un centinaio di posti. Da tutto l’edificio a realizzarsi, si ricavano sono due vani da poter utilizzare per uffici e onestamente sembrano irrisori rispetto alla mole dell’opera. Mazzoleni - continua Brandi - dice che l’amministrazione ha avuto il solo risultato di allungare i tempi del cantiere e dare spazio alla conflittualità con l’Impresa, oltre ad esporre l’Amministrazione stessa, e con essa la città, al rischio di revoca del finanziamento regionale. Anche qui sbaglia, infatti, l’unica conflittualità esistente è tra l’impresa e la direzione lavori e l’allungamento dei tempi è addebitabile a tutti all’infuori dell’Amministrazione che mai, e dico mai, ha interferito con l’andamento delle lavorazioni. Nella dichiarazione Mazzoleni afferma che richieste di modifiche pervenute dall’Ente sono in contrasto con il regolamento delle opere pubbliche: e che dire all’ora dell’offerta migliorativa relativa agli intonaci presentata dall’impresa in fase di gara che Lei ha disatteso? Nel caso in cui non fosse chiaro il desiderio dell’amministrazione, mi permetto di riproporlo a tutti: l’interesse dell’Amministrazione è che l’opera venga portata a compimento nei tempi dovuti, ma priva di difetti, realizzata a perfetta regola d’arte e, possibilmente, che sia anche funzionale” - conclude Michele Brandi..
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