Spett.le Redazione, Oggi vorrei soffermarmi, sulla situazione di degrado socio- politico-economico, in cui si trova il nostro bel paese. In questo momento, l'Italia sta attraversando una delle più gravi crisi economiche della sua storia, legata in massima parte al sistema capitalistico mondiale. Però sulla crisi ci sono da prendere in esame anche le nostre responsabilità. Ci siamo sempre affidati a una classe dirigenziale, governativa, politica, e sindacale, che
ci ha permesso e concesso di avere un tenore di vita molto superiore a quello che le risorse della nazione avrebbero potuto garantire, e oggi ci ritroviamo con uno dei debiti più alti al mondo accumulato in alcuni decenni. Questo enorme debito, ci costa ogni anno cifre esorbitanti di interessi, che alle scadenze debbono essere pagate. E' come quando in una famiglia c'è un mutuo da pagare e mancano i soldi, si prende un altro mutuo da un'altra banca fino a che c'è una qualche garanzia e un minimo di fiducia verso di noi, ma quando tutto questo viene a mancare, cosa succede? succede che perdiamo tutto quello di cui avevamo goduto fino a quel momento. Il nostro Stato è una famiglia enormemente più grande, ma la sua situazione in fatto di economia è identica, per pagare solo gli interessi sul debito, si fa ancora altro debito. Fino a quando gli investitori avranno fiducia nello Stato Italiano, questo modo di fare servirà solamente per vivere alla giornata, potrà farci ancora galleggiare per un po', e con grandi rischi, per come vanno oggi le cose. Le previsioni sono pessime, e il timore di fare la fine della Grecia non è infondato. Eravamo arrivati a uno dei livelli più elevati al mondo fra i paesi più industrializzati, ma in poco tempo si è dilapidato e si sta tuttora dilapidando ciò che di meglio era stato fatto in Italia dal dopoguerra in poi. In un paese povero di materie prime, era logico che non si potesse competere con la concorrenza internazionale, e la deindustrializzazione è lì a dimostrarlo, inoltre anche il manifatturiero subisce pesantemente il confronto con il prorompente sviluppo dei paesi emergenti. I nostri governanti, mandati dal popolo a guidare le sorti della nazione non sono mai stati in grado di prendere con lungimiranza le buone decisioni, che certamente non avrebbero portato alla situazione attuale. Diciamo che le responsabilità di aver portato l'Italia sull'orlo del fallimento è di tutto un popolo e di tutte le classi di politici, che ci hanno governato fino ad oggi, troppo impegnati in continui talk scio', campagne elettorali, e a curare diligentemente solo i loro interessi personali. Nel titolo ho scritto " Abbiamo Distrutto l'Italia " ora vorrei aggiungere, " Quasi " perché qualche eccellenza e qualcosa di buono fortunatamente è rimasto. Quindi viene spontaneo pensare, che ci sia sempre più bisogno di un grandissimo cambiamento, se vogliamo tornare alla nostra naturale posizione di nazione preminente, moderna e all'avanguardia fra le nazioni civili dell'Europa e di tutto il mondo, non c'è più tempo da perdere. Alla mancanza di materie prime, possiamo sopperire, con le nostre immense risorse artistico culturali, con la nostra creatività e inventiva abbinate a una ricerca sempre più avanzata; con tutto ciò che può produrre il nostro territorio, ma soprattutto con la nostra intelligenza in grado di essere aperta a qualsiasi alto stadio di conoscenza. Ci deve essere in noi tutti, la convinzione, che l'Italia ce la può fare, e ce la farà, se ognuno, penserà sempre di più a rispettare il bene comune e a controllarne la corretta e oculata gestione. Grazie se vorrete pubblicare queste mie poche righe, e un cordialissimo saluto. Graziano Casalini
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