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Un avvocato intrigante ( Decimo ed ultimo episodio ) di Totoruccio Fierro

10 episodio Un Avvocato intrigante 10Un avvocato intrigante ( Decimo ed ultimo episodio ) di Totoruccio Fierro - Oramai, le angherie, I soprusi, i tradimenti, le prepotenze, patiti da Forcone, appartenevano ad un lontano passato...
Egli ora viveva in uno stato di beatitudine di appagamento, di serenità e tranquillità d' animo!
Ogni volta che ritornava al Paese, come già evidenziato, si sentiva accettato, amato : tutti lo salutavano, lo abbracciavano...
10 episodio 11La sua presenza sollevava un entusiasmo frenetico e delirante : era come se fosse arrivato improvvisamente George Clooney o come se sfilasse sul Red Carpet del Dolby Theatre di Los Angeles per ricevere l' Oscar per la sua bontà e bellezza!
A casa sua, poi, arrivavano regali di ogni genere e valore e tante richieste di fidanzamento e matrimonio.
Una in modo particolare lo incuriosì, intrigandolo oltremodo e facendolo sorridere... Nella lettera la donna scriveva :
10 Episodio 01" Ti amo e vorrei creare una famiglia con te; io, però, farò il Presidente del Consiglio e tu il Ministro senza... Portafoglio!".
Si recò più volte al Cimitero per onorare e ossequiare la salma della madre defunta.
Volle sostituire la stele di pietra esistente con un'altra, su cui volle che fosse incisa questa epigrafe significativa :
" Il sorriso sul viso di un figlio può essere, a volte, il frutto di una lacrima sul volto di un genitore! "
Nel frattempo ( la narrazione mi prende la mano, mi coinvolge ), nel suo podere, intorno casa sua si era costituito, ad uno ad uno, un branco di sei - sette cani randagi di razze diverse, che, a poco a poco, si erano, come le persone, affezionati a lui!
Si trattava, forse, di una trasmissione affettiva, di un contagio empatico, di una oscura sorta di "metempsicosi" ?
In modo franco, mi riesce difficile spiegarlo e dare una risposta!
Sta di fatto che egli aveva cura di essi, provvedendo alle loro esigenze nutrizionali, igieniche e di ricovero e loro, in segno di riconoscenza totale e fedele, lo gratificavano con salti di gioia e, più spesso, con infinite, lunghe e raspose leccate di mano, eseguendo docili i suoi comandi e i suoi inviti.
La compagnia dei cani gli ricordò l' Alano - Attila dell' avvocato, devastatore e saccheggiato re del suo giardino!
Fu allora che ideò il suo intento vendicativo.
10 episodio 05Una mattina, alle prime luci dell'alba, Forcone entrò nella beccheria di Oreste, losco ed ambiguo soggetto, noto nel Paese come il macellaio dal tritacarne facile e risolutivo!
Acquistò alcuni chili di carne, che, una volta a casa sua, provvide a sfasciare, tagliuzzare e tranciare in piccoli pezzi.
Con essi confezionò decine e decine di rotonde ed appetitose polpette.
Era di luglio e a notte fonda si avviò verso il Paese con lo zaino strapieno degli involucri di carne.
Una leggera brezza scendeva piacevole dai monti : nel cielo appena, appena si distingueva la sagoma della luna nuova, mentre, da contrappunto, palpitavano tremule e silenti miliardi di stelle!
Un Barbagianni appollaiato sul ramo di un nero cipresso, dopo aver gracchiato
" Fraaank ", il suo caratteristico e lugubre verso, gli strizzo più volte ed in modo inquieto il suo occhio rotondo...
Arrivato che fu, scavalcò il muro di cinta del giardino dell' avvocato storpio. Il leguleio nutriva una cura particolare e maniacale per il parco, che si estendeva per circa due tomoli ed offriva uno spettacolo estetico veramente sbalorditivo :
statue, patii, fontane, pergolati, vialetti, siepi di bosso abbellivano il prato di un verde smagliante...
10 episodio 07Per evitare che abbaisse, il primo polpettone con sonnifero lo lanciò tra le fauci dell' enorme Alano, ispiratore inconsapevole di questo melenso ed insipiente racconto.
Con una zappetta cavò tantissime buche nelle quali interrò le polpette che dovevano fungere da esche, da poste-killer!
Ritornò veloce a casa, chiamò a raccolta i suoi cani, digiuni da due giorni, e li sollecitò a seguirlo.
Giunto di nuovo al giardino paradisiaco, li aiutò a scavalcare il muro di protezione e silenzioso, con fredda e risoluta determinazione se ne tornò a casa a dormire il sonno del giusto!
Il mattino susseguente, l' avvocato, ancora in pigiama e papalina, come soleva, guardò dalla finestra con aria distratta e pacata sufficienza il suo amato giardino...
Il racconto a questo punto diventa affannoso, spasmodico, penoso, frenetico :
la visione, lo spettacolo che colpirono i suoi occhi furono terrificanti, raccapriccianti, agghiaccianti, atroci!
La sua oasi verde, lussureggiante, ordinata, florida, ordinata, era completamente e sistematicamente distrutta, devastata, demolita!
Forse l' ineffabile e cinico Putin, catapultando su di esso molte delle sue bombe a grappoli avrebbe provocato meno danni!
Strabuzzò i suoi occhi strabici, mentre un colpo apoplettico lo spedì precipitevolissimevolmente direttamente nell' Inferno!
Sulle rive dello Stige, ( mentre Caronte traghettava le anime dei peccatori ) passeggiava impaziente Lucifero, diavolo di madre spagnola, che, corrucciato e imbronciato per la lunghissima attesa, lo infilzò a volo con una forca con 14 rebbi, esclamando :
" Te estaba esperando hijo di puta! "
( ti stavo aspettando figlio di puttana! ).
Nessuno pianse per la sua dipartita: finanche il batacchio del campanone della Chiesa Madre si rifiutò di rintoccare a
" morto! ".
Che dire?
Un poco mi dispiace, ma il Racconto, come persona viva, non ha più intenzione di proseguire!
Ringrazio dal profondo del cuore tutti coloro che hanno avuto la pazienza e l'ardire di leggere questa mia bizzarra e balzana storia!

 

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