IL TRUFFATOR SAGGESE.... di Giuseppe Marano
Questo articolo se vedrà la luce, uscirà ad animi raffreddati, ma basta poco ad arroventarli. Basta ricordare, ma non solo, ci vuole anche un po’ di coscienza e senso morale…perché con l’aria mefitica che ci circonda, non è tanto facile restarne immuni. Caro Direttore qua c’è rischio che veramente “sulle deserte pagine cada la stanca man”, che ci passi l’unico sfizio decente che c’è rimasto: quello di scrivere qualcosa. E perché? Ma è domanda da farsi con tutta questa monnezza melmosa che ci cade addosso in gelatinosa imponente cascata: e mo’ Fiorillo, con quel bel cozzettòne porcino che s’è fatto quattro quintali sguazzando in quell’immenso vascone della Regione Lazio, e mo’ con quest’altro, il Saggese, che “s’è affogato” non so
quanti miliardi (per averne e darne un’idea più corposa preferisco parlare di lire, forse per nostalgia…e per questo lasciamo agli psicologi di professione risolvere l’ardito problema personale) facendo, in parole tutt’altro che povere, anzi in fatti tutt’altro che poveri, il grande esattore per conto di vari Comuni…Precisiamo pure a scanso d’ipocrisia, che non è che siamo verginelli, da stupirci e credere che sono solo questi i signori grassatori (=che s’ingrassano) della nostra bella (una volta) Italia, basta guardare la cronaca, non solo recente, che ce ne sbollenta di casi a ritmo continuo. Sono il segnale del marcio sistemico come il bubbone maligno o, se preferite ipocritamente l’immagine più dolcificata del ciuffo di gramègna che pensi di eliminare semplicemente estirpandolo: povero stordo! Quella sotto c’ha un reticolo infinito di rizomi che nemmeno dieci passate di trattore e d’erpice riescono a strappare. Il male politico è insito nella politica, è ovvio, perché è insito prima nell’uomo, che nasce ‘nguacchiàto dal peccato originale secondo la nostra religione, o più semplicemente, secondo la concezione materialistica, perché la sua natura è marcata dall’egoismo sin da quando vede la luce, o addirittura già in pancia alla mamma (più bello in dialetto!), e mirata al male del prossimo; gli opposti, materialismo e spiritualismo, almeno in questo caso vanno sorprendentemente d’accordo! Allora dobbiamo rassegnarci alla umana porcheria della corruzione? Tutt’altro, se decidiamo di proseguire la vita! E in che modo dobbiamo combatterla questa porcheria? Ce ne sono molti: con la prevenzione delicatamente suggerita dai filosofi sociologi e financo politici! Creando le condizioni (è vero, ci vorrebbe proprio il Padreterno a creare il…miracolo!) che sollevino tutti dal bisogno, dalla necessità criminogena, che costringe al crimine: rubare per campare, uccidere…; ancora potenziando la scuola fonte di educazione e di moralità, come dicono i pedagogisti psicologi dall’occhio fulminante, uomini di cultura e, financo, i politici! (a riguardo dovrei considerarmi un fallito come insegnante vedendo uscire fra i miei alunni pure qualche fannullone e… delinquente…); ed ancora, ed infine, potenziando la magistratura, fornendola di leggi severe e taglienti come un “accittùllo” per i rami dannosi e parassiti…; insomma con la “repressione esemplare” come esclama con foga, a bocca tonda, l’impareggiabile Gian Maria Volonté nel favoloso film “Un cittadino al di sopra d’ogni sospetto”. Ma potrebbe uscire pure qualcuno a dire: “Ma tu che fai tanto il filosofo moralista e materialista, ti sei scordato che l’occasione fa l’uomo ladro? E’ comodo fare il giustizialista castigamatti dall’esterno senza tenere le mani in pasta, vorrei vedere a te a posto loro che avresti fatto, se avessi avuto la possibilità d’arraffare, con la fame arretrata del tuo stipendio da dipendente di scuola, sa’ che sacca nòva ti fossi fatto!”. A parte il fatto che non tutti nascono con la vocazione di mastri pastai o pasticcieri, anche perché l’economia sociale richiede la divisione del lavoro, per quanto mi riguarda, faccio un semplice discorso “amorale”, nel senso che prescinde dai valori morali, ma semplicemente psicologico: il mio temperamento complesso ed apprensivo (non c’è alcuna proclamazione di superiorità morale) non mi permetterebbe né di dormire né di campare a pensare di aver per distrazione fregato una penna di quattro soldi dalla scrivania non mia!...Ma nella risposta arriverei alle estreme conseguenze “smontanti” e gli risponderei: “ Ti voglio pure concedere che pure io potessi arraffare conquistato dal “sistema”, a questo punto il problema della corruzione esisterebbe comunque a prescindere dal fatto soggettivo, del “me”. E comunque dalla società dev’essere contrastato e vinto. Quindi anch’io dovrei essere terribilmente mazziato a tené dalla legge, in modo da non riuscire a camminare se non di quarto! Non so se è chiaro. Comunque, amici miei e compagni, non ci pigliamo in canzone: queste leggi che “stèrnano” corrotti e corruttori chi le deve fare? I nostri parlamentari. Ma se in mezzo a loro ci sono un sacco di inquisiti per vari reati anche gravissimi in attesa di giudizio (la televécio ce ne riempie la testa- abituandoci un po’ alla monnezza-ma questo è un altro discorso-) pensiamo che siano di coscienza trasparente e immacolata da fare leggi contro se stessi? Non vengono dal mondo celeste, vengono da noi, e noi, sinceramente siamo santi? Ma quando mai! Io personalmente non lo vorrei mai essere un santo, se non altro per non sputarmi in faccia (per l’amor di Dio, un pensiero tutto personale!). Voi mi direte: “Perché?”. Ed io rispondo: “Il santo ha il potere di fare miracoli, cioè cose impossibili, in parole povere per lui l’impossibile è…possibile, ma allora perché non ha fatto, o fa (è sempre in tempo) il miracolo di togliere evitare tanta porcheria morale e materiale dal mònno, ( non solo romano)?”. So bene che i buonisti papalini non sono d’accordo…Ma che ci posso fare? Rischio calcolato (come il titolo del bel-non per l’argomento, ma per com’è scritto- libro del famoso comandante della 5° Armata Americana, il Gen. Clark, a proposito, vi consiglio di leggerlo, mi ringrazierete!). Torniamo a noi, com’è possibile che questi signori possano varare leggi che stronchino dalle radici il malaffare?…Stiamo assistendo all’esasperante tira e molla della legge anticorruzione, che solo adesso è stata messa in cantiere, perché i padroni del vapore hanno sentito brutti scossoni sismici sotto il loro trono di potere per l’eruzione colossale parossistica di sporchi scandali degli ultimi tempi, ma soprattutto perché pure l’Europa preme e fa capire che la sua tolleranza è agli sgoccioli… Tanto per citare un caso: il “Piddielle”, ormai allo sconquàscio, che ti combina? Per rinviare alle “Calende Greche” ( vacca pasce e campana sòna…) il tutto, ha condizionato l’approvazione della legge alla riforma della magistratura (interessata riduzione del potere costituzionale della magistratura!) ben sapendo che tale aggancio non sarebbe stato accettato dalla “controparte” che pur regge il governo in solido con esso Pdl. Ma adesso che l’acqua ha superato il livello della…bocca, pare che si stanno adeguando pure loro, sotto le frustate, sempre elegantemente contenute però, del Capo dello Stato. Ma perché questa riottosa resistenza (ci vorrebbe veramente quella salutare di nobile storica ascendenza!) alla legge “moralizzatrice” della struttura sistemica dello stato? Ma perché i signori in parlamento oltre a se stessi, rappresentano milioni di persone con diverse esigenze, fra cui non secondaria, anche quella di “corrompere” per facilitare ed aumentare in misura mastodontica il volume d’affari. Quindi, non ci vuole una superintelligenza per capire che se portano avanti fino in fondo questo discorso, è come tagliarsi il ramo (di un albero altissimo) su cui sono appollaiati, o come se- mi perdoni Crozza (se ci riesce) per il furto della bella (!) immagine- : è come se si pretendesse che Giovanna D’Arco andasse festosamente a trovarsi la legna per prepararsi il rogo! Dato che siamo in tema ed in vena, io ne vedrei un’altra di immagine niente male: è come se un naufrago che non sapesse nuotare, in pieno mare agitato, in un ultimo sussulto di forza, desse ‘no mùzzico alla mano del soccorritore che lo vuol salvare! Detto questo, veniamo se possibile, finalmente al tema del nuovo truffatore balzato agli onori della cronaca (mentre gli oneri che ci schiattano, spettano tutti a noi!). Dai giornali documentatissimi in tema, questo signore ha beneficiato d’una provvidenziale norma ad uso e consumo personale: la “montiana norma ad aziendam”. Cioè una norma ad hoc, varata dal Ministero dell’Economia! Ma questo mica ci meraviglia, perché una leggina del genere è perfettamente coerente e contestualizzata con “sistema”. Quello che penso è un’altra cosa. Mi chiedo a lume di naso, non di logica giuridica, se questo soggetto di superlativa efficienza ed operatività a ca…voli suoi, avrebbe almeno dovuto avere un controllore nel suo committente. In qualità di alto “esattore” per conto dei comuni, alla stregua dell’antico prestigioso “questore” romano, nel suo operato avrebbe dovuto esser controllato dal vertice delle aziende o enti per i quali e operava, nel caso Enti territoriali: sindaci e presidenti di provincia, per cui della ingente ruberia, dovrebbero rispondere in solido anche costoro se non altro per responsabilità di mancato controllo, negligenza o addirittura dolo di correità se dimostrato… L’assurdità del nostro sistema è la fattuale “irresponsabilità” a livello giuridico degli amministratori dei quali nessuno s’è visto in galera per cose del genere, meglio, degeneri, eppure sono loro i capi-referenti ai quali gli esattori da loro incaricati, debbono in primis render conto e poi a tutta la collettività per i soldi di quest’ultima così maltrattati. Per la ragione analoga a quella d’un preside che dovrebbe andar dentro in solidarietà penale col segretario per omissione di vigilanza e controllo, se quest’ultimo fa qualche imbroglio pro tasca sua sul bilancio della scuola (peraltro di poche lirette!). Ma avete mai visto dentro un sindaco o presidente di provincia? E la Procura della Corte dei Conti che fa? Essa che è un organo giurisdizionale di rango costituzionale? Le Fiamme Gialle (più per rabbia della propria impotenza!) hanno recuperato, da brave, finora- pare- 9 milioni…E gli altri? Mica fesso il soggetto, li avrà diffusi a… vicini fidati! Ed allora uno stato una ‘nticca più serio del nostro, preliminarmente, a scopo rieducativo (in linea con l’ispirazione cristiana della nostra giustizia) ed esemplare, non avrebbe dovuto impiegare il soggetto in attività socialmente utili, anche e soprattutto per rifondere col lavoro obbligato (“forzato”, troppo pesante!) in modo diverso, il maltolto non recuperato? Ma son sicuro che i papalini cristiani insorgeranno arricciando il naso: “Questa è punizione disumana!”, come se fosse “umano” far man bassa dei nostri, per lo più stentati soldi…! Per attività socialmente utili intenderei- e perché no?- anche la pulizia di locali pubblici igienici ( i cessi, pardon) di cui in città si avverte sistematica carenza soprattutto dalla parte più attempata, la nostra, particolarmente soggetta ai richiami prostatici (delicata immagine d’un simpatico collega ad un corso lontano)! E, ne son sicuro, si avrebbe un ulteriore effetto positivo per la società: il recupero del fiume dei soldi dispersi (pare un titolo di romanzo) ad opera dai “vicini” che li restituiranno trovando senz’altro il modo più innocuo per loro ( essendo non meno furbilli: similis cum silimili facillime congregatur= il simile legge allo stesso libro del proprio simile!)…che li restituiranno, dicevo, per togliere il proprio simile dal lavoro coatto, provvidenziale per noi, viceversa per lui degradante… Dice il Fatto quotidiano: “ Ma il “sistema Saggese” proteggeva la società (di cui faceva parte), in barba alle richieste di indagini ispettive e trasmissione degli atti alla Corte dei Conti, come minacciato da Idv e Radicali, per configurare un danno erariale”. Questo ha detto il giornale. Io dico una cosettina molto più semplice: “Perché Idv e Radicali hanno solo minacciato, e non fatto un ca…volo?”. Caro Direttore, s’è persa la religione. Come la fiducia nei partiti. Pure quelli che ti sembravano più seri prendendoti per fesso! Ma torniamo sempre al componente dei partiti: l’uomo, sul quale in amichevole discussione ci siamo intrattenuti più sopra.
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