Fino a poco tempo fa quando mi serviva qualche medicina, che il dottore sapeva, gliene chiedevo la prescrizione tramite wastàpp e lui gentilmente mi mandava onlàin la relatìva ricètta in farmacia. Dove mi recavo e prendevo le medicine senza dovere andare nell’ambulatorio già pieno di pazienti …impazienti ciascuno di entrare e sbuffanti per la durata della visita di chi era entrato prima. Con ogni rispetto umano è una sofferenza per me subire quella rèssa peraltro vociante. Un’altra cosètta: scrivo una lettera cartacea (sono ancora un primitivo) e la voglio imbucare (a proposito non ricordo se ci sono ancora le “buche” delle Poste Italiane per le lettere) vado al “Sale e Tabbàcchi” -sormontato dall’insegna che porta scritto pure VALORI BOLLATI-. Chiedo il francobòllo, in risposta uno sguardo sbalordito e le parole: -No, no, solo in posta si trova!-. Eggià, peggio dell’ambulatorio del medico, per quel minuscolo quadratino prezioso dentellato devi fare una gloriosa attesa a volte di un’ora per ritirare il cartellino col numero del turno…Una mattinata persa.
Perché questa complicazione? Il serpeggiamento d’un sottile sadismo mascherato “giustificato” per ragioni di burocratica trasparenza? Un impegno occulto compiaciuto a rendere il facile difficile? Una volta dicevano: a chi giova? Mah.
Ma altrove è pure così?
Buona giornata Peppino"