Nei primissimi anni 60, un mio zio ( vedi link all'interno ) (al tempo dell' OAS, quando in quel di Parigi, in Avenue Jean JAURES vicino al Parc des BUTTES-CHAUMONT, nel 19mo arrondissement, le traverse stradali erano piantonate dalla Polizia francese per contenere azioni di rivalsa e/o attentati di combattenti algerini che agivano contro LES PIEDS-NOIRS e i francesi fautori dell'occupazione dell'ALGERIA (colonia francese) protrattasi fino al 19 marzo del 1962 )) abitava vicino al METRO Lumière, dove amava raccontarmi fatti su Montella dei suoi tempi e del
primo Novecento,vissuti e/o ascoltati intorno al camino nelle lunghe serate dell'epoca. Quello che più colpì la mia fantasia di adolescente aveva come soggetto la Transumanza e la CELECA, allora frequentata per lo più da pastori,carbonai, boscaioli e cacciatori, come mio nonno, Frelice BASILE (Sciòsci), che onorava la categoria rappresentata, precipuamente, nell'accezione montellese, da "Sciusci, Sciòsci e Tròiani." Questo zio apparteneva alla famiglia Gambone (a Santa LUCIA) e, quindi, era nipote diretto di mia nonna IMMACOLATA, al Vico FERRI, che amava raccontare del RISORGIMENTO, di Silvio Pellico, con Le MIE PRIGIONI, e di altri eroi della lotta per l'Unità d'Italia. Altri tempi ! E altre storie intorno al focolare dal fuoco scoppiettante e diffusore di odori e aromi delle " 'NTENDOLE di Maiale" cotte alla brace in punta di CACCIACARNE. Nel LINK seguente, ( http://www.palazzotenta39.it/public/percio-ti-amo-2/ ) , assieme alla Poesia sull' ACCELLICA del mio Amico, prof. Pasquale STURCHIO, e ad altre considerazioni più o meno interessanti, è contenuto uno stralcio di quanto ritenuto, al momento, necessario per esaltare valenze socio/ambientali/naturalistiche della nostra più amata Montagna IRPINO-SALERNITANA: LA CELECA e il suo NINNO.