O Sole Mio Purtroppo lo stile di vita moderno prevede sempre meno ore trascorse all’aperto anche per i bambini che prima andavano e ritornavano dalla scuola a piedi, passavano molte ore a giocare all’aperto e andavano in colonia al mare, oggi preferiscono giochi digitali che, a volte, portano a delle pericolose dipendenze. Basterebbe, infatti, un’esposizione alla luce del sole di circa il 25% della superficie corporea per almeno 15 minuti 2-3 volte alla settimana per ottenere dei livelli sufficienti di vitamina D. patologie, come l’osteoporosi grave, iperparatiroidismo o nelle malattie da malassorbimento. Per chi non soffre di particolari disturbi è sufficiente seguire una dieta varia ed equilibrata e trascorrere più tempo all’aria aperta, senza dover monitorare i propri livelli di vitamina D con frequenti e costosi esami del sangue, mentre l’integrazione alimentare o farmacologica, può essere di particolare importanza per chi esce poco di casa, come neonati e anziani chiusi nelle r.s.a. o persone che hanno problemi di motilità.
Secondo le stime dell’Istituto superiore di sanità, il 90 per cento circa del fabbisogno di questo composto si ottiene grazie all’esposizione al sole, dalla dieta, invece, possiamo ottenere solo un piccolo aiuto (10%) e tra i cibi che ne sono più ricchi ci sono alcuni cereali, i pesci più grassi (come il salmone, lo sgombro e l’aringa,merluzzo), il tuorlo d'uovo e il fegato.
La prescrizione di vitamina D incide sulle casse del Sistema Sanitario Nazionale per circa 260 milioni di euro ogni anno + ovviamente i costi del prelievo ematico (l’esame più richiesto da parte dei pazienti!!!). Ma è veramente così necessaria al nostro benessere fisico? E quale è il valore normale della vitamina d? Non tutte le società scientifiche concordano su un valore ottimale ma, la soglia minima che consente la rimborsabilità è stata abbassata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a febbraio 2023, portandola da 20 a 12 ng/mL( NOTA 96).
Al di sopra di questo livello è raccomandata la sua somministrazione solo in caso di specifiche
A febbraio 2023 l’AIFA ha recepito i risultati di due studi che dimostrano l’inutilità di dare supplementi di vitamina D per prevenire l’osteoporosi. Infatti, i risultati dei due predetti studi, pubblicati su prestigiose riviste scientifiche, hanno dimostrato che i supplementi di vitamina D, anche quando protratti per molti anni (oltre 5 anni nel primo studio e 3 anni nel secondo)
non modificano il rischio di fratture negli anziani sani. Anche i tanto decantati effetti miracolosi della vitamina D (anti-cancro, anti-depressivo, stimola il sistema immunitario, previene la sclerosi multipla e l'Alzheimer ecc.) mancano di evidenze scientifiche. Quello che sappiamo di sicuro è che una carenza cronica di vitamina D e calcio può portare allo sviluppo del rachitismo nel bambino e osteomalacia nell’adulto. Il rachitismo è una condizione particolarmente grave poiché riguarda ossa in via di sviluppo e comporta una crescita ridotta associata a un quadro di deformità scheletriche, in particolare a livello degli arti.
L’osteomalacia, invece, colpisce un osso già maturo e dunque comporta principalmente l’indebolimento dello scheletro, che diviene più fragile e suscettibile alle fratture. Ma nei paesi industrializzati, fortunatamente, sono condizioni quasi scomparse (rarissime).
La vitamina D assunta ogni giorno (dose = 1000 UI) o ogni 2 giorni (dose = 2000 UI) viene assorbita meglio rispetto alle megadosi di 25000 o 50000 da assumere ogni 15-30 giorni. In questo modo si evita l'eccesso di vitamina D, anche perché, l’ipervitaminosi può provocare nausea, astenia, dolori addominali e confusione mentale e può portare ad importanti effetti collaterali dovuti all’ipercalcemia con possibile danneggiamento di organi come reni e cuore.
Che bella cosa na jurnata 'e sole, cantava il mitico Enrico Caruso ad inizio ‘900, godetevela e vi ringrazierà non solo il vostro fisico ma anche la tesoreria dello stato….e non dimenticate la protezione solare nelle ore più calde.