Di Giuseppe Marano su Giovedì, 12 Gennaio 2017
Categoria: Vario

"L'APPOGGI BORNES" di Giuseppe Marano

Ve la ricordate la palestra della scuola media, quella d'una volta? Sembrava un'officina scura, là facevamo educazione fisica con professori che ci son rimasti impressi nel ricordo, che è come dire nel cuore perchè è incluso pure nella parola ri-cordo. Vabbè, anni cinquanta quelli della... gallina canta e cantava pure la viola della filastrocca perduta. I professori: Carmelino Bettini, il primo anno...poi venne il prof. Chiaradonna Gerardo (se non ricordo male il nome). Ci hanno dato molto, almeno a me. Come i semi del fuoco annidati e diffusi nel legno divampano fuori se accesi, così i ricordi se evocati da qualcosa. Il qualcosa è stata per me 'na sciuculata fortunatamente "a buon fine" sulla neve. Non sono uscito per sfizio. Dunque prendendo di liscio, mi son balenati per un attimo gli "Appoggi Bornes", e in uno sprizzo di riflesso condizionato, come lo chiamano mi pare i sapienti di psicologia, ho proteso le (ALL'INTERNO IL COMMENTO DI SALVATORE CIANCIULLI )

braccia in avanti, come mi avevano insegnato questi benemeriti e cari professori sessant'anni fa. E a distanza di sessant'anni il loro insegnamento mi ha salvato, almeno la faccia, perchè ho puntato braccia e mani per terra, pardon, sulla neve ghiacciata, come facevamo

stringendo in pugno gli appoggi quando nella palestra ci lasciavamo cadere stesi e tesi sul pavimento livido. Questa caduta ce l'avevano insegnata così bene che nessuno si faceva male, altrimenti c'era da strafacciarsi! Li ho ricordati ed ora rivolgo un pensiero devoto a loro! E sì, che devo ringraziare pure il nevone per la bella sciuculata a buon fine. Ecco il tema! La nevicata! La via principale percorribile a piedi, mentre i marciapiedi no. Si dice che che paesi nordici europei asiatici americani, ogni dirimpettaio si pulisce il suo tratto di marciapiedi. Ma qua ...stiamo qua, e non tutti abbiamo la forza e il senso civico di imbracciare orgogliosi il palettone per la neve come il sindaco romano pro tempore della capitale paralizzata da qualche centimetro di neve, qualche anno fa. Capisco pure che liberare le strade di Montella non è uno scherzo, non so gli altri casali ma lungo il "decumeno maggiore" della Variante lo sparti o spala-neve l'ho visto mattina e sera. Può dare fastidio? e allora mi fa più piacere! Se spazzare le strade urbane è problematico e costoso, figurarsi allora liberare i marciapiedi! Me ne rendo conto. Ma perchè dico questo? Perchè una soluzione ci potrebbe essere proprio nel senso civico o meglio civile, della popolazione, nella reciproca comprensione e rispetto, se vogliamo, pacifica convivenza fra pedoni e... macchine. Sembra che la neve abbia esercitato una irresistibile attrazione magica di tipo fanciullesco, come un'epidemia virale, per cui mai come sti giorni truci si è verificata una sfilata massiccia di macchine a intasare le strade principali! Mi pare che sia montata na frenesia incontenibile! Di gente che proprio da questi giorni proibitivi sembra incentivata a rispettare religiosamente l'abitudine di prendere il giornale il caffe le sigarette il pane e la carne con la brava macchina...o sfilando con l'imponenza di carristi tedeschi su possenti SUV, con ruote massicce quasi cingolate! Ma io mi domando e dico: in mezzo a questa sfilata interminabile ed incessante (parlo delle mattinate) quanti di questi patiti autisti potevano e possono fare compitamente i loro servizi camminando per la strada nettata della neve? Consentendo così oltre che a se stessi anche agli altri di camminare agevolmente ovviamente tenendo la destra, e, soprattutto, di transitare ai mezzi pubblici di soccorso: ai mezzi della Misericordia che hanno svolto prezioso servizio 24h su 24, alle ambulanze ecc. e a mezzi privati effettivamente necessitati a transitare da vera forza maggiore! Così, con un traffico automobilistico meno congestionato si sarebbe evitata a tutti noi la necessità di calcare i marciapiedi innevati ad altissimo rischio sciuculìzzo. Davanti a me c'era un signore, più attempato, mi ha detto: "Io so stato emigrante, lì la neve è di casa e di bottega, e quando la fa come adesso, possono circolare solo i veicoli pubblici o di soccorso e quelli privati solo autorizzati in caso di stretta necessità! Mi sembra un buon sistema da applicare pure da noi. Ma sarà possibile?
GIUSEPPE MARANO

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