Di Graziano Casalini su Lunedì, 26 Febbraio 2024
Categoria: Vario

Come si viveva a Montella negli anni 40-50 del XX secolo di Graziano Casalini

Come si viveva a Montella negli anni 40-50 del XX secolo - Quali erano le condizioni di vita del popolo montellese dopo il 24 settembre 1943, giorno della liberazione del paese, quando sbarcati a Salerno, arrivarono gli eserciti americani e quelli dei paesi alleati a cacciare le truppe degli invasori tedeschi? Certo non si può dire delle migliori, ma accettabili rispetto alle condizioni generali disastrose della intera nazione, attraversata dallo tusnami della guerra, dichiarata e affrontata con scellerata presunzione dal governo Mussolini a fianco della Gemania di Hitler.
Montella non subì tutto quello che subirono tanti altri paesi e città italiane, a causa dei combattimenti fra le truppe tedesche e i corpi degli eserciti alleati. Vi furono paesi e interi rioni

di città, quasi rasi al suolo, con intensi bombardamenti, nel tentativo degli anglo-americani di sloggiare le truppe tedesche dalle loro linee di fronte che a loro volta ritirandosi, distruggevano fabbriche, infrastrutture, vie di comunicazione, minando tutti i ponti sui vari fiumi, con l'intento di bloccare o ostacolare in ogni modo l'avanzata e la forza d'urto alleata.
A seguito della ritirata, i tedeschi, sequestravano tutti gli uomini validi, trovati liberi, si appropriavano di tutti i beni e cose delle popolazioni, compresi i capi di bestiame, per il loro aiuto e sostentamento. La morte di alcuni militari tedeschi, veniva vendicata per rappresaglia con uccisioni e fucilazioni di cittadini inermi e innocenti, nella proporzione di uno a dieci, cioè, ogni soldato tedesco ucciso avrebbe comportato l'eliminazione di dieci uomini civili italiani. In alcuni casi, come a Marzabotto, i tedeschi fecero stragi di vecchi, donne e bambini.

Gli orrori della guerra toccarono solo marginalmente la cittadina di Montella, causando comunque danni economici, comuni un po' ovunque in Italia. Il contingentamento dei generi alimentari di prima necessità, con distribuzioni limitate e a tessera, mettevano in sofferenza molte famiglie, in particolare quelle numerose e quelle che non possedevano terreni agricoli produttivi. In quel periodo a Montella, nonostante tutto, molte famiglie, vivevano dei proventi della vendita dei raccolti della frutta, delle castagne, e di tutti i prodotti agricoli della terra, grano, granoturco, patate, fagioli, ecc. ecc. eccedenti al loro fabbisogno.

Chi non possedeva terreni, cercava di sostentare le famiglie allevando animali da cortile, capre, pecore, maiali, mucche podoliche, producendo anche discrete quantità di latticini, caciocavalli, ricotte, scamorze, e mozzarelle, eccellenti risorse alimentari. Altre famiglie si potevano avvantaggiare disponendo di terreni e allevamenti vari.
Chi proprio si trovava in povertà, non aveva altro che sperare in alcune giornate di lavoro bracciantile, nel periodo dei raccolti, necessarie a chi ne aveva bisogno, ma solo per brevissimi periodi. In paese esistevano negozi di tutti i generi, da quelli alimentari dislocati anche nei vari rioni, alle tabaccherie, ai negozi di tessuti e confezioni, casalinghi, ferramenta, elettrodomestici, Montella aveva anche numerose botteghe artigiane di: sarti, calzolai, barbieri, falegnami ecc.

Nel dopoguerra le famiglie con scarse risorse economiche, non riuscivano quasi mai a pagare le spese all'acquisto, per cui molti esercenti in special modo quelli che vendevano gli alimentari facevano credito, usando il sistema di un libretto su cui venivano segnati gli importi delle spese, che comunque venivano regolarmente pagati dai debitori solo in determinati periodi dell'anno, quelli della vendita dei raccolti e quelli in cui c'erano più giornate di lavoro da fare.
Qualche piccola industria, legata alla produzione del legname, e alla fabbricazione delle bibite dava lavoro solo a pochissime persone. Di queste condizioni, nessuno si lamentava e cercava, tutti i modi possibili per riuscire autonomamente a sbarcare il lunario. Nei vari rioni la socialità era una delle cose più belle che in quei tempi esisteva, ognuno si preoccupava e condivideva in vari modi, le difficoltà, i problemi, le disgrazie degli altri, come se il rione fosse tutta una famiglia. Le abitazioni, molte delle quali erano state danneggiate dai ripetuti terremoti del passato, erano per lo più fatiscenti, quasi inabitabili, durante i freddi inverni la vita in quelle case, era ancora più dura.

Quando la neve ricopriva tutto per intere settimane, in ogni casa, per fortuna non mancava mai un grande camino sempre acceso e nemmeno la legna da ardere, gli ambienti principali venivano riscaldati a sufficienza. Molto peggio si trovavano gli abitanti delle città grandi come, Napoli, Salerno, Avellino ecc. dove anche le famiglie ricche non riuscivano ad acquistare generi alimentari prima necessità, per questo dovevano sottostare ai prezzi esosi e speculativi di un mercato nero fiorente. Alle famiglie povere cittadine, non rimaneva che mandare dignitosamente a mendicare i loro figli nelle campagne, come succedeva in quei tempi a Montella, dove si vedevano bambini davanti ai portoni a chiedere un pezzo di pane, una frutta, qualcosa da mangiare per combattere la fame e andare avanti.

Si può dire che a Montella, la guerra negli anni successivi, portò, come ovunque in Italia, i problemi comuni di un paese che quella guerra aveva persa, ma con conseguenze meno pesanti per i suoi abitanti, per la posizione favorevole, per le risorse naturali e soprattutto per l'operosità di tutti, mai venuta meno. Purtroppo, non ci fu lo sviluppo previsto, come quello verificatosi nelle zone dove si trattava di ricostruire tutto quello che durante la guerra era stato distrutto. La mancanza di lavoro, causa di disoccupazione e di conseguenza di povertà, costrinse o indusse tanti uomini validi e poi le loro famiglie, ad abbandonare il paese. Andavano ad ingrossare le file di quelli che emigravano, per ragioni economiche, in nazioni europee, oltreoceano e al centro-nord Italia, a fare là i peggiori lavori di cui quelle comunità avevano bisogno. In quei tempi i migranti, contribuirono con le loro rimesse in denaro, ma anche inviando capi di abbigliamento, ad aiutare un numero importante di familiari paesani rimasti.

Col tempo la situazione economica di Montella, per diverse ragioni, comuni a tutto il sud, è rimasta legata all'agricoltura, alla castanicoltura, all'allevamento, e dopo il terremoto del 1980 al rinnovo, al recupero e alla ricostruzione del patrimonio edilizio.

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