E' morto a soli tredici anni Antonio Castellano di Sant’Angelo dei Lombardi. E’ morto in una giornata di allegra spensieratezza con i suoi amici in un parco acquatico. A stroncarlo un malore fulminante. Antonio, secondo quanto raccontato dagli amici, si è sentito improvvisamente male in acqua. E’ uscito dalla piscina è andato a sdraiarsi. Tutti i suoi amici e alcuni adulti hanno subito capito che stava male. Momenti terribili all’Isola Verde, parco acquatico di Pontecagnano Faiano. Tempestivi i soccorsi per il piccolo, stroncato mentre tentavano di portarlo
in ospedale. Tutto inutile, purtroppo.
Sul posto, tra lo strazio della madre e dei presenti, un’ambulanza rianimata della Croca Bianca di Salerno che ha prestato i primi soccorsi. Per ben due volte il cuore del 13enne, originario di Sant’Angelo dei Lombardi in Irpinia, si è fermato durante i tentativi disperati di salvarlo. Poi la tragica notizia durante la corsa in ospedale. Dolore, lacrime e diseprazione in paese. Il piccolo Antonio era andato come ogni venerdì in piscina ad Eboli con altri ragazzi e persone adulte del paese Altirpino. Una giornata bella. Di divertimento in spensierata allegria. Poi la tragedia durante la mattina. Antonio si sente male in acqua. Decide di uscire. Si adagia sul suo lettino. Gli amici si preoccupano. Scatta l'allerta. Subito vengono chiamati i soccorsi. Arrivano i sanitari i medici. Viene rianimato una volta. I medici ci provano una seconda. Ma per quel piccolo ragazzino non c'è più nulla da fare. L'intera comunità altirpina è sotto choc. Tutti in paese conoscevano Antonio, la sua carica vitale, la sua allegria, la sua spensieratezza. Era un bimbo gioioso nonostante i dolori che la vita gli aveva riservato. Aveva perso il suo papà solo due anni fa. Luciano Castellano aveva perso la sua guerra contro un male incurabile e a tutti gli amici aveva raccomandato di prendersi cura di quel ragazzino, del suo adorato Antonio. Era un grande tifoso dell'Inter, dell'Avellino Calcio. Amava quello sport. Era sempre in piazza a tirare a calci a quel pallone con il sogno come tanti di sfondare, magari, su quel rettando verde. Come i grandi campioni. Come un sogno.
«Antonio era l'anima del nostro paese -commenta Tony Lucido -. Un ragazzino vivace come tanti. Correva sempre con la sua bicicletta o rianimava le strade silenziose del nostro paese tirando a calci ad un pallone con i suoi amici. Suo padre Luciano era un amico carissimo. Non riesco a farmene una ragione. Era la vivacità, il fragore dei nostri vicoli. Sono distrutti. Siamo tutti distrutti. Siamo un paese unito. Siamo tutti una grande famiglia. Antonio era un pò figlio nostro». Ora il corpicino di Antonio è all'ospedale salernitano. Si attende l'autopsia. Intanto il paese altirpino aspetta che la salma torni a casa per dare l'ultimo saluto a quel ragazzino scanzonato e allegro.