Da Montella in poi “il fiume acqua propria non ne ha, quel che si vede sono solo scarichi di depuratori”
“Requiem”, altre parole non restituirebbero meglio la drammaticità delle condizioni del fiume. Il suono delle campane a lutto riecheggia sotto le immagini del corso d’acqua ormai quasi inesistente, fra ciottoli e carcasse di pesci in decomposizione. Il Comitato a difesa del Calore a distanza di quattro mesi ritorna a percorrere i luoghi dove il fiume nasce e dove muore, anche se ben presto lo fa. E lo chiariamo: dagli elementi in loro possesso, ricordando che gran parte dei membri volontari sono esperti per studi e professione o per esperienze di vita lungo gli argini del Calore, si evidenzia che da Montella in poi “il fiume di acqua propria non ne ha,