delle Alpi scintillanti. A Ivrea sul treno trovo tre persone, uno si distingue subito per l'euforia di parlare, socializzare, farsi sentire, pare “smaniùso”: comincia con l'annunciare che sta presso la sorella a Torino rimasta sola con due figli che gli vogliono un bene dell'anima.
Per loro è un padre. Gli altri due si complimentano col predicatore con apprezzamenti di circostanza, uno in particolare con accento meridionale un po' imbastardito. La sorella poveretta- continua il nostro- fa quello che può, ma da sola non può pensare a tutto, è lui quindi a reggere il timone della famiglia, a tenere in ordine i conti, a pensare a pagare puntualmente le tasse CUD, IMU, TASI e pure quella fetente TV (non ha detto così, ma un equivalente) “che devi pagare solo per riempire di quattrini le tasche di giornalisti e conduttori che si deliziano a buttarci in faccia ogni giorno che diventiamo sempre più poveri! A uno di questi signori darei 750 euro al mese di cassintegrato e gli direi: “Vivi con questo e poi solo puoi parlare!” sbotta ad un certo punto, fra l'ammirazione di tutti. Poco ci manca per l'applauso! “
La vita va per gli evasori miliardari -continua, ormai fiume fiume rigonfio- che portano valige che scoppiano di soldi nelle Banche svizzere o di Montecarlo! Noi non possiamo evadere nemmeno un centesimo! E ci sta bene così, perché siamo onesti! Quei gran signori che ci rubano i soldi da tasca (non una lira, ma milioni!) vanno in galera solo per qualche mese: un po' di buona condotta e fuori a ...godersi il tesoro milionario che nessuno gli tocca come quello che... Ma perché lo stato gli lascia tutti quei soldi da godersi in santa pace quando escono dalla galera-villeggiatura?”. Gli vorrei rispondere, ma non mi va... il viaggio è lungo, mi può pigliare qualcosa, ma lo dico solo a me stesso: “Ma caro amico, lo sai che lo stato sono loro, loro si fanno le leggi...se non se le fanno così a rete a maglie lasche, i primi a restarci dentro, sono loro! Mica son fessi!”. Poi il nostro comiziante con aria soddisfatta informa lo scarso uditorio (siamo quattro gatti) che lui ha il suo dignitoso lavoro, operatore ecologico, lo ripete con giusto orgoglio, è stato assunto senza raccomandazione solo con le sue forze...aveva fatto la domanda e se n'era dimenticato, stava in un'impresa di pulizia poi d'improvviso la chiamata del Comune per le prove attitudinali...Declama quasi trionfante, che ce l'ha fatta con le sue forze senza l'appoggio di nessun capoccione politico; questi, i politici, gli fanno schifo perché portano avanti solo gli amici.
Ho pensato subito che nel sistema italico il caso del nostro predicatore, fosse un'anomalia meritoria più unica che rara e mi è affiorata oziosamente una domanda inaspettata: perché non tutti i nostri giovani possono vantare lo stesso orgoglio, mentre purtroppo per tentare di ottenere qualcosa, in questi tempi di magra stretta, devono strisciare ai diedi del boss politico di zona fino a che non si accorga di loro, si scocci e finalmente non gli fa arrivare l'osso in bocca come a un cane? Mi direte: “Vabbè oggi il brodo s'è ristretto” ma è il sistema Italia che si è adeguato e conformato a questa logica! Che comporta la sfiducia e l'avvilimento di tanti, pur laureati, che addirittura rinunciano a cercare un lavoro perché vedono ad es. concorsi a 18 posti con diecimila i concorrenti! Si autoescludono pensando: “Ma dove mi voglio avviare se non mi faccio affibbiare un calcione nelle reni che mi fa camminare sciancato per tutta la vita?”. Questo è il “primato degli Italiani” che ci distingue al mondo, altro che quello del Gioberti!
Mi son chiesto un attimo, se qualche uomo politico avesse segnalato mai questo problema deprecabile ed avesse proposto una “legge quadro” almeno per contenerlo se non per eliminarlo, introducendo per es. concorsi non severissimi, ma seri nel senso di impenetrabili a qualsiasi malefica influenza politica. Poi ad un certo punto mi son risposto: “Ma se facessero questo, dove prenderebbero il consenso che gli assicura l'elezione?”. La solita storia basilare del voto di scambio. Mi son chiesto ancora se non fossero proprio i più dignitosi sensibili dei giovani, e perché no? anche i più preparati ad autoescludersi in quanto avviliti ad assistere a questo andazzo generale. Ma a questo punto il conforto insperato m'è venuto dal comiziante, politico mancato, il quale ha soggiunto, vituperando la raccomandazione come il male supremo italiano: “Però voglio dire a tanti giovani che si abbandonano a far niente, che pure io mi vedevo senza via, ma mi son dato da fare nella disperazione e con qualche amico ho messo su una impresa di pulizia formato tascabile ed ho lavorato, poi qui da noi ci sarebbe tanto lavoro come accompagnatore o badante delle persone anziane...ecc. ecc. ma chi vuoi che si metta a fare cose del genere, fra i nostri giovani! E' più bello andare gironzolando in macchina con i soldi di mammà”.
Giuseppe Marano