Di Totoruccio Fierro su Venerdì, 06 Settembre 2024
Categoria: Vario

Una Padovana Melomane di Totoruccio Fierro

L'episodio che mi accingo a descrivere è tratto da una storia vera, una " True Story ", secondo l' inglese imperante!
Debbo sinceramente confessare che nella narrazione, per imprimere più vigoria ed interesse alla stessa, mi sono concesso il permesso di aggiungerle qualche innocente e perdonabile licenza fantasiosa!
Verso la fine della nostra adolescenza, avevamo costituita una compagnia di cinque amici, che, con un incisivo acrostico, avevamo intitolata "VOLTICONBRAFI", con le iniziali dei cognomi di ciascuno di noi.

Eravamo degli sfigati perdigiorno, "Vitelloni" ante litteram, temerari e spregiudicati, pronti ad arrecare qualche innocente e puerile scherzo alle cose e alle persone!
Ci cercavamo in continuazione godevamo e ci avvantaggiavamo nello stare insieme!
Di sera, un giorno sì e quasi un giorno sempre, andavamo a bisbocciare, a base di polpette al sugo (carne senza osso!),
presso la Trattoria di Zia Carmela


Uscivamo, poi, alquanto alticci, per le vie del paese, scarsamente o per nulla illuminate, e, spesso, accompagnati dalle note di una incerta chitarra, "cantavamo", (o più spesso urlavamo) le serenate, un pò qui e un pò lì, perturbando e sconvolgendo il primo sonno di intere famiglie!
Il momento topico, il "clou" della serata si scatenava quando, a sorpresa, qualcuno di noi si precipitava a suonare a distesa il campanello delle silenti e tranquille abitazioni!
Allora, si assisteva ad uno scompigliato e disperato fuggi, fuggi generale!
Che dire?

Eravamo giovani, impudenti, sfrontati, impertinenti, ma ci sentivamo onnipotenti e padroni assoluti del mondo e della nostra vita, con baldanzosa supponenza e spregiudicata arroganza!
Molti nostri coetanei ci invidiavano e tentavano di far parte della nostra
"consorteria" che, a guisa di setta segreta esoterica, non ammetteva altri adepti!
Uno di questi si chiamava

" Pacchia ", e sarebbe operazione ardua ed inutile cercare il motivo di tale epiteto.
Abitava nel rione Fontana ed era dotato di una voce baritonale.
Amava la musica, le canzoni italiane, ma soprattutto quelle napoletane.
Il problema, il motivo ostativo era costituito dal fatto che la sua voce era dissonante : su cinque note, ne mortificava almeno tre!
Insomma era stonato come una vecchia campana ed inconsapevole cantava, cantava sempre ed in modo particolare a notte fonda!
Quella volta, incominciava ad albeggiare, volle cimentarsi nell' esecuzione della canzone di
" 'O surdato 'nnammurato", pezzo che prediligeva in modo maniacale!
Ai suoi sconnessi acuti, vibrarono anche i vetri delle finestre!

Nel cortiletto del vicino, tra i bipedi razzolanti, si aggirava anche una gagliarda e tronfia gallina PADOVANA, che, grata per le cure e le attenzioni prodigatele, ogni giorno deponeva un grosso uovo per il suo datore di lavoro!
Che dirvi?
Era forse una musicomene?
Sta di fatto che, quando fu investita dall' ultimo strozzato, sconvolgente acuto del cantante, determinata decise di scendere in sciopero a tempo indeterminato e di  "scacare", cioè di non fare più uova!
Grande furono la delusione e la disperazione del padrone per il comportamento dispettoso, ma competente del volatile produttivo!
Egli, con la testimonianza e la combutta delle famiglie del luogo lo denunziarono per continuo ed ossessivo disturbo della quiete pubblica!
E fu così che il povero Pacchia fu internato in uno dei manicomi, allora aperti e funzionanti e di lui non si seppe più nulla!
Montella, 6 settembre 2024

Totoruccio Fierro

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