Premessa: caro Mario scusa se inizio dalla fine del tuo racconto ma è la parte che mi ha emozionato di più , naturalmente prossimamente sarà pubblicato tutto e in ordine di data ) Vittorio Sica In questo lasso di tempo sono cambiate tante cose. La prima di tutte è che nel ’71 lasciai il Complesso, perché non potevo seguirlo nelle serate in località balneari, in quanto lavoravo in Banca. Fu per me una decisione presa con tanto dispiacere, ma non potevo fare diversamente! Subentrò il valente Vittorio Sica! Da allora, credetemi, non mi sono più seduto dietro ad una batteria, ma, chiaramente, ho continuato a seguire i miei amici nella conduzione del Club. Poi, il 4 ottobre ’72, fui trasferito presso la Filiale del Banco di Napoli di Avellino con le mansioni di Cassiere. Nel frattempo, anche le mie sorelle si erano sposate, per cui con i miei lasciai, definitivamente, Montella per andare a vivere ad Avellino. Dopo soli due anni, fui, nuovamente, trasferito presso l’Agenzia di Atripalda in aiuto al Cassiere Titolare. Atripalda era un fiorente centro commerciale di tutto riguardo, per cui sulla piazza c’era un ingente movimento di denaro. Erano pochi giorni che avevo preso servizio, quando una mattina si presentò al mio sportello un cliente per effettuare un’operazione. Ogni giorno in banca c’era un concorso di pubblico non indifferente, per cui bisognava attendere il proprio turno. Alzando lo sguardo, tra un’operazione e l’altra, avevo notato che un distinto Signore mi guardava con insistenza, abbozzando anche un sorriso. Non conoscevo nessuno del posto! Dopo alcuni minuti, fu il suo turno e, mentre disbrigavo l’operazione, mi disse: “Io l’ho conosciuta già da qualche anno!” Gli risposi che non era possibile e che forse mi confondeva con qualche altro, ma insistette: “Io l’ho vista un giorno in montagna ed esattamente a Verteglia!” Io mi strinsi nelle spalle e risposi: ”Mi perdoni, ma non ricordo!” Aggiunse: “Lei era in compagnia di un gruppo di amici, tra cui due bellissime ragazze, una bionda e l’altra bruna! Suonavate e cantavate!” A quella precisazione non mi sovvenne in quale circostanza ci avesse veduto! Continuò: “Io ero in compagnia di alcuni amici di Serino e lei suonava con le mani su di una sedia a mo’ di batteria.” Quel preciso particolare mi fece ricordare di quella passeggiata e ricordai anche che quei Signori ci apprezzarono e ci applaudirono. Sorridendo dissi: “Ora ricordo perfettamente! Ma ne è passato di tempo! Ricordo che avete anche applaudito. Il mondo è proprio piccolo!” I presenti si compiacquero con me! Anche i colleghi vollero sapere e fui felice di raccontare parte del mio passato da Batterista!
MARIO...MI SONO DIMENTICATO DI DIRTI CHE NELLA FOTO CI SONO ANCHE IO