Di Giovanni Tiretta su Sabato, 11 Marzo 2023
Categoria: Vario

Confraternite, "congree" e procesioni nella tradizione montellese. di Nino Tiretta

“Le confraternite sono associazioni cristiane fondate allo scopo di suscitare l’aggregazione tra i fedeli, di esercitare opere di carità e di pietà e di incrementare il culto”. 
Esse sono costituite canonicamente in una chiesa con formale decreto dell'Autorità ecclesiastica che, sola, le può modificare o sopprimere; le confraternite hanno, comunque, uno statuto, un titolo, un nome ed una foggia particolare di abiti.

I componenti delle Confraternite conservano lo stato laico e restano nella vita secolare; essi non hanno quindi l'obbligo di prestare i voti, né di fare vita in comune, né di fornire il proprio patrimonio e la propria attività per la confraternita.

Recenti studi comproverebbero l'esistenza di confraternite in Europa forse già nel quarto secolo, in Francia nell'ottavo ed in Italia nel secolo successivo.

Queste associazioni laiche erano dunque presenti agli albori di questo millennio, sia nelle città che nei villaggi italiani ove svolgevano funzioni umanitarie.

Anche a Montella nel corso dei secoli passati sono “fiorite” numerose Confraternite, tutte collegate a ciascuna delle varie e numerose chiese esistenti.

Oggettivamente la nascita di quelle numerose confraternite ed enti benefici ebbe origine proprio presso gli oratori delle numerose chiese presenti nel paese.

In concreto, anche in quei tempi lontani, le chiese costituirono la principale caratteristica del centro urbano paesano tant’è che esse, sparse nei vari casali, furono, pertanto, oltre che luoghi di preghiera, anche luoghi di aggregazione religiosa, di volontariato e di mutuo soccorso sociale.

Allo stato attuale l’elenco delle confraternite montellesi è abbastanza corposo per cui non c’è famiglia montellese che, attraverso un suo componente, non sia correlata ad una delle suddette Confraternite.

Oggi a Montella si contano ben dodici di queste associazioni laico-religiose.

L’elenco a loro riferito ingloba:

• la confraternita del Sacramento e Cinque Piaghe;

• l’arciconfraternita del Rosario dell'Annunziata;

• l’arciconfraternita del SS. Sacramento (fondata ai primi del '500 sotto la denominazione di S. Maria del Monte e successivamente ricostituita nel 1541 con la denominazione attuale);

• l’arciconfraternita di San Bernardino da Siena;

• la confraternita del Rosario nella chiesa di S. Nicola;

• la confraternita dell’ Immacolata Concezione;

• la confraternita di San Giuseppe;
• la confraternita di San Pietro e SS. Vergine della Consolazione;

• la confraternita di S. Lucia, fondata con reale decreto del 19 agosto 1858;

• la confraternita della Madonna del Carmine;

• la confraternita della Madonna SS. delle Grazie.

• la confraternita del SS. Nome di Gesù;

A queste confraternite, durante le manifestazioni religiose si aggiungono la fraternita della Misericordia e del Terzo Ordine Francescano (donne)”.

L' Arciconfraternita del SS. Sacramento

Io appartengo all’Arciconfraternita del SS. Sacramento vale a dire ad una delle più antiche di Montella.

La mia confraternita fu infatti istituita – come s’è già detto - con il nome del SS. Sacramento e dell'Immacolata Concezione, intorno al 1539 allorquando 25 montellesi appartenenti alle più importanti ed agiate famiglie, costituirono una pia adunanza al duplice scopo del culto e della carità.
In tale circostanza, con le quote dei singoli confratelli, fu istituito anche il Monte di Pietà, per impiegare le rendite dei capitali in opere di pubblico bene e carità, fornendo sostentamento ai poveri, dote alle ragazze, ed un Banco di pegni a favore della popolazione per contrastare l'usura.

La sede del sodalizio fu la chiesa dei Frati Minori Conventuali di S. Francesco a Folloni, presso la cappella dell'Immacolata Concezione e solo nell'anno 1588 trasferì la sua sede nell' oratorio edificato, nella parte orientale dell’attuale Collegiata, a spese dei congregati.

Nel 1541 i congregati chiesero e ottennero da Paolo III il riconoscimento pontificio e nello stesso anno, in data 29 novembre, fu eretta la Confraternita del SS. Sacramento che venne aggregata nella pienezza dei privilegi ed indulgenze a quella di S. Maria della Minerva di Roma.

 

Privilegi ed indulgenze furono successivamente accordate, con bolle specifiche, da Giulio III nell'anno 1551, da Gregorio XIII il 4 giugno 1577, da Innocenze XI nel 1581 e 1583, da Sisto V nel 1585.

Leone XIII, in data 1° luglio 1879, attribuì alla pia associazione (per l'impegno profuso dai congregati nelle opere di culto e di carità) il titolo di Arciconfraternita del SS. Sacramento.

Nelle cerimonie ufficiali, nelle processioni e nelle funzioni solenni i confrati del SS. Sacramento indossano una veste rossa giacché il rosso è il colore caratteristico della Confraternita della Trinità dei Pellegrini, fondata da San Filippo Neri; quel colore indica anche “l'effusione dello Spirito Santo ed il fuoco della carità che deve infiammare il cuore di chi é iscritto a questa associazione nell'esercitarne lo scopo vale a dire la glorificazione della Trinità attraverso l'azione di liberazione del prossimo dalle emarginazioni e dalle
schiavitù”. Non poteva essere scelto colore migliore, visto che il rosso simboleggia la divinità.

La veste in dotazione è munita di un lungo cordone per cingere i fianchi ed è ricoperta da una mantellina (detta anche mozzetta) che copre le spalle; essa è sempre di colore rosso, di forma monacale, con cappuccio; sul davanti, nella sua parte sinistra, all'altezza del cuore, vi è un ricamo riproducente un ostensorio, vale a dire il “signum”, il sigillo dell’ordine, in altri termini: lo stemma dell’arciconfraternita.

La vestizione è infine completata da un cappuccio bianco e di cotone; esso serve per coprire il capo e la parte anteriore è a “bandiera”, con due buchi in corrispondenza degli occhi; questa parte è di solito rovesciata sulla testa ed è abbassata solo in particolari ed eccezionali circostanze.
La “veste” è il segno e la manifestazione dell’appartenenza ad una Confraternita e pertanto non può essere indossata singolarmente o in modo arbitrario.

Essa è personale, sia in vita che in morte, viene benedetta e consegnata ufficialmente con l’apposito Rito di Vestizione; dev'essere conservata con cura e portata con dignità da ogni Confratello e Consorella.

I confrati, cosi vestiti e in un ordine stabilito in virtù dell’anzianità di appartenenza alla congrega, durante le varie celebrazioni religiose, sfilano, con raccoglimento e solennità, dietro il loro labaro.
Nel programma delle Confraternite di Montella sono codificate tutte le ricorrenze religiose in cui vengono fatte le precessioni che, regolarmente svolte durante l’anno liturgico, sono quasi una decina.

La prima processione annuale si tiene esattamente il Venerdì Santo (partendo dalla Chiesa dell’Addolorata, a Sorbo); seguono poi, l’11 e il 12 giugno, presso la Chiesa Madre, le processioni per la solennità del S.S.S. Salvatore.

A queste tre processioni susseguono quella del Corpus Domini e poi il 24 giugno, presso la chiesa omonima, quella per la solennità di San Giovanni Battista.

Altra processione solenne è poi quella del 2 luglio che, per la celebrazione della SS. Madonna delle Grazie, dopo tre giorni di manifestazioni religiose e civili, è essenzialmente caratterizzata dalla cosiddetta “sfilata delle Verginelle”.

La prima processione del calendario religioso del mese di agosto è direttamente organizzata proprio dall’Arciconfraternita del S.S.S. Sacramento; si svolge, sul Monte, in correlazione del Triduo del 3 - 4 e 5 agosto dedicato alla Madonna della Neve.

La cerimonia del 4 agosto è officiata - presso la chiesa di S. Maria del Monte - dal Vescovo; essa si conclude, con una suggestiva e breve processione che, partendo dalla Chiesa, raggiunge il belvedere della Croce di San Marco ove il vescovo, alzando l’ostensorio, solennemente impartisce la benedizione eucaristica al paese sottostante e a tutti quelli dell’intera valle dell’Alto Calore.

A differenza di altre che, in tono minore, si svolgono durante il resto dell'anno, le processioni di molto significative sono proprio quelle della Madonna della Libera, di San Rocco e del SSS. Salvatore processioni queste che si svolgono verso la metà del mese di agosto.
Queste ultime sono le processioni più solenni nonché quelle che coinvolgono migliaia di fedeli e che vedono la partecipazione di tutte le congreghe di Montella.

A mio avviso, la processione più suggestiva è senz'altro quella 15 agosto, ossia nel giorno dedicato all’Assunta, quando la statua della S. Vergine della Libera è portata dalla chiesa che porta il suo nome a quella della collegiata montellese.

La processione si svolge alle prime ombre della sera, si snoda lungo un percorso racchiuso da due lunghe ali di fedeli che venerano il passaggio della statua della Madonna la quale, seguita da un’altrettanta numerosa folla di fedeli, viene portata fino alla chiesa Madre dove viene collocata a fianco delle statue di S. Rocco e del SS. Salvatore.

Il giorno successivo, il 16 agosto, ha luogo la processione cosiddetta di S. Rocco, uno dei santi Patroni di Montella.Durante lo svolgimento di questa liturgia i patroni di Montella, S. Rocco e la Madonna della Libera, unitamente al SS. Salvatore sono portati in processione dalla chiesa della Collegiata a quella di SS. Maria della Libera.

In questa chiesa si svolge l’Ottavario di S. Rocco, così chiamato per le liturgie in onore del santo che durano otto giorni.

Al termine dell'ottavario, un'ultima processione, riporta il busto in argento e rame dorato di S. Rocco e la statua in solo argento del SS. Salvatore nella loro chiesa naturale.

In tutte le processioni sia le verginelle sia i confrati precedono sempre il Santo o i Santi, a seguire i fedeli.
L’ordine di precedenza delle congreghe è ben codificato così come sono codificati i turni di trasporto a spalla delle sacre statue per cui, tanto per fare un esempio, tutte le processioni sono “aperte” sempre dalla confraternita del SS. Nome di Gesù ed è sono “chiuse” dall’Arciconfraternita del SS. Sacramento.

La processione conclusiva dell’anno liturgico si svolge per la festa di Santa Lucia, il 13 dicembre, presso l’omonima chiesa.

Mi piace ricordare che per la festa di Santa Lucia, nelle “prospicienze” di quella chiesa, cosi come è tradizione per l’Immacolata, viene allestita, con legna e “ceppopni” una “vegna” che è propedeutica a quelle che saranno poi allestire –
nei vari casali - in occasione delle festività natalizie.

Le cerimonie religiose alle quali ordinariamente partecipo sono quelle concentrate nel periodo estivo, periodo durante il quale mi trovo in vacanza a Montella e dunque queste sono per me occasioni particolari giacché mi consentono di riannodare, rivivere e rafforzare, con fraternità sincera ed autentica cordialità, il mio legame all’ Arciconfraternita del SS. Sacramento.

Su iniziativa di mia madre e in adempimento di un suo voto per una grazia ricevuta, sono entrato a far parte dell’Arciconfraternita nel lontano 1964 e ricordo ancor oggi l’emozione e tutta la procedura vissuta al momento della vestizione e soprattutto ricordo la benevolenza con cui i confrati, allora, mi accolsero.

In effetti ero il “più guaglione” e i membri della congrega erano essenzialmente tutti “anziani”, anzi, in quel tempo, c’era il cosiddetto gruppo degli “anziani-anziani” e quello dei “più giovani”.

 

Per mio vezzo e amore di cronaca voglio qui ricordare (con stima, affetto e amicizia) i nominativi degli appartenenti a questo primo gruppo: Carfagno Alfonso (Priore al tempo in carica), Cincotti Salvatore, Ciociola Carlo, Colucci Domenico (Maestro dei novizi), Coscia Virgilio, De Stefano Pasquale, Del Giudice Nicola, Granese Aldo, Granese Antonio, Palatucci Salvatore (segretario/cassiere), Palatucci Scipione, Preziosi Tullio, Sarni Antonio e Varallo Antonio; di altri non ho memoria.

Al gruppo dei “più giovani” (cioè quelli che erano entrati all’incirca negli anni “60”) appartenevano: Acone Vincenzo, Bettini Carmelino, Fierro Attilio, Fierro Salvatore, Matarazzo Costantino, Natellis Salvatore e Sarni Rino.

Dunque dopo la mia vestizione ne sono sopraggiunte, per via ereditaria e per giubilazione, tante altre tra le quali ricordo, benissimo, la vestizione di Cianciulli Gianni, Cincotti Adolfo, Fierro Matteo, Granese Giuliano, Moscariello Remigio, Palatucci Domenico, Scandone Giuseppe e Varallo Vittorio.

Dopo un spacco di tempo, sono sopraggiunte le vestizioni di quelli che, allora “giovanissimi”, formavano un nuovo gruppo che annovera: Del Giudice Vincenzo, Fierro Antonello, Fierro Carlo, Iuliano Fabio, Moscariello Ezio, Moscariello Massimiliano, Palmieri Giampiero, Santoro Michele e Ziviello Antonio.

Alla data odierna l' "organico" della congrega ingloba i seguenti confrati: Abiosi Arduino, Abiosi Gennaro, Bettini Massimo, Buccella Alba, Buonopane Maria, Carfagno Giuseppe, Chiaradonna Germano, Cianciulli Giovanni, Cianciulli Dino, Cianciulli Marco, Cincotti Belisaria, De Stefano Massimo, De Stefano Pasquale, Di Benedetto Carmine, Di Benedetto Salvatore, Fierro Antonello, Fierro Carlo, Fierro Salvatore, Granese Irma, Granese Lorenzo, Iuliano Fabio, Lepore Roberto, Matarazzo Michele , Moscariello Ezio, Moscariello Giampiero, Moscariello Massimiliano, Palatucci Salvatore, Palmieri Evaristo, Preziosi Virgilio, Santoro Michele, Scandone Giuseppe, Scrima Daniele, Varallo Antonio, Varallo Gerardo nonché i confrati "non residenti" Acone Nicola, Colucci Oreste, Coscia Virginio, Del Giudice Vincenzo, Granese Roberto, Matarazzo Francesco, Schiavo Giuseppe, Tiretta Giovanni e Varallo Stanislao.


In sostanza la nostra Congrega, come è naturale, ha avuto un rinnovamento continuo per cui, personalmente, venendo a Montella saltuariamente, ho non poca difficoltà a familiarizzarne nomi e volti tant’è che, soprattutto per salvaguardare la memoria storica della nostra congrega, non sarebbe male costituire e aggiornare un "annuario storico dei membri della congrega" nonché formularlo, non solo ad uso amministrativo, ma anche in una forma nuova, moderna, telematica e, se del caso, inserirla all'interno di uno specifico blog correlato a tutte le congreghe montellesi.

 

Va detto che di fatto, grazie alla intraprendenza del confrate Del Giudice Vincenzo, attualmente la mia Confraternita è presente su un blog titolato il “Gruppo Arciconfraternita SS. Sacramento”, un “social network” che “socializza” argomenti, notizie e informazioni correlate alla stessa Confraternita; occorrerebbe, a mio avviso, rendere questo blog più organico e corposo.
Ritornando all'argomento in trattazione, è da rilevare che l'integrazione di nuovi confrati all'interno della congrega è un fenomeno generalizzato, comune a tutte le altre congreghe montellesi e, in modo particolare, esso è soprattutto evidente durante le varie processioni, in relazione al cospicuo numero di confrati giovani, a volte giovanissimi, che, senza discontinuità, affiancano i confrati “anzianotti” e che dunque rincalzano quei confrati oramai passati…..ad altre processioni !!


Agosto 2017
In tal senso io penso che la volontà (espressa sia dai giovani e sia dalle loro famiglie) ad indossare la “vesta”, a voler far parte di una congrega, a voler (con autentico e sincero spirito religioso) continuare ed attuare (senza vanità e voglie esibizionistiche) tradizioni e azioni già sperimentate dai propri progenitori siano segni positivi, che lasciano ammirati, che fanno bene all'animo e per certi versi danno speranze.
Personalmente sono anche convinto che oggi più che mai occorra recuperare e salvaguardare tutto il nostro pregresso patrimonio storico-culturale, un patrimonio fatto anche di istituzioni, di eventi, di situazioni e di ricorrenze contraddistinte, tutte, da sentimenti e da valori unici e preziosi.
Anche le congreghe e le processioni fanno parte di quel nostro patrimonio e dunque anch’esse vanno tutelate, “rispettate” e protratte, nel loro intimo valore, con costanza e perseveranza; di fatto esse, al di là delle varie e molteplici convinzioni, sono, oggi più che mai, elementi costitutivi di un patrimonio prezioso legato al passato e, nel contempo, proiettato al futuro.
In tal senso dunque offro queste mie schematiche informazioni storiche e i miei ricordi che (riferiti a tradizioni e persone care di un tempo, ahimè, lontano) vogliono essere un contributo modesto per quel legame di cui innanzi, questo vogliono essere e nient’altro.

ooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
N.B. : Questo articolo è già stato pubblicato sul periodico "Il Monte"- Sezione "Irpina Magica" - Anno XVI – n. 1-2 - Gennaio/giugno 2017

OGGI

Rimuovi Commenti