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Elezioni amministrative 2024 Cassano Irpino

Elezioni amministrative 2024 : tutto pronto in vista della tornata elettorale che si svolgerà l’8 e il 9 giugno 2024, ecco i candidati di Cassano Irpino:

 

 

 

 

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Inclusione : L'esempio di Montella, il paese delle castagne a Casa Mariù

Inclusione : L'esempio di Montella, il paese delle castagne a Casa Mariù -  Inclusione : L'esempio di Montella, il paese delle castagne a Casa Mariù - con Rino Damiano Presidente dell'Associazione di volontariato PRO Disabili Autilia Volpe e Giuseppina Volpe , volontaria del direttivo dell'Associazione  

 

 

 

 

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Soccorso Alpino , Comunicato stampa Ufficio CNSAS

Intervenuti in tarda mattinata di oggi per due persone precipitate a Maiori.
Un motociclo con a bordo due persone di nazionalità messicana è precipitato questa mattina per cause ancora da chiarire mentre percorreva un ponte lungo la statale amalfitana SS163 nel comune di Maiori (Sa). Alcuni astanti avendo assistito alla scena hanno immediatamente allertato il 118 che ha inviato sul posto Elisoccorso 118, CNSAS, Ambulanza e Vigili del Fuoco. L’Elisoccorso 118 decollato da Salerno ha sbarcato sul posto elisoccorritore CNSAS, medico e infermiere che hanno raggiunto di due malcapitati, un uomo e una donna, e provveduto a stabilizzarli. Il recupero, non possibile tramite verricello a bordo dell’elicottero, è stato effettuato mediante palo pescante in un’operazione congiunta tra vigili del Fuoco e la squadra di tecnici del CNSAS. La donna, in condizioni più critiche, è stata trasferita poi a bordo dell’elicottero e trasferita all’ospedale di Salerno, mentre l’uomo è stato preso in carico dall’equipaggio dell’ambulanza 118.
Alle operazioni di soccorso hanno collaborato anche i Carabinieri e la polizia municipale locale.

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Comunicato Stampa del Comando Provinciale Carabinieri di Avellino - MONTELLA (AV)

MONTELLA (AV) - SCHEGGIA DI VETRO NEL SUCCO DI FRUTTA. ACCESSO ISPETTIVO DEI CARABINIERI E DELL’ASL NEL SUPERMERCATO -I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Montella insieme al personale dell’A.S.L. di Avellino, hanno eseguito due accessi ispettivi presso altrettanti supermercati di una catena commerciale di Montella.
Le verifiche sono state avviate a seguito di una segnalazione di un consumatore che avrebbe trovato un pezzo di vetro all’interno di una bottiglia di un noto succo di frutta.
Sono state pertanto sottoposte a sequestro sanitario alcune confezioni del lotto interessato, procedendo inoltre alla campionatura chimico-fisica del prodotto per le successive analisi qualitative finalizzate alla ricerca di corpi estranei.
Tali provvedimenti sono volti alla tutela della salute pubblica. Al momento non si registrano casi analoghi a quello segnalato o altre anomalie. Sarà la competente Autorità giudiziaria a qualificare eventuali espetti di rilevanza penale.

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Candidati alla carica di Consigliere Comunale e del Sindaco di Montella

Candidati alla carica di Consigliere Comunali e del Sindaco di Montella - Elezioni Comunalidel 8 e 9 giugno 2024 e COMUNICATI STAMPA

 

 

 

 

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O Sole Mio di Peppino Volpe

O Sole Mio La vitamina D è una componente fondamentale della regolazione del metabolismo del calcio e del fosforo: ne favorisce l’assorbimento a livello intestinale e ne riduce l’escrezione con le urine.
Secondo le stime dell’Istituto superiore di sanità, il 90 per cento circa del fabbisogno di questo composto si ottiene grazie all’esposizione al sole, dalla dieta, invece, possiamo ottenere solo un piccolo aiuto (10%) e tra i cibi che ne sono più ricchi ci sono alcuni cereali, i pesci più grassi (come il salmone, lo sgombro e l’aringa,merluzzo), il tuorlo d'uovo e il fegato.
Purtroppo lo stile di vita moderno prevede sempre meno ore trascorse all’aperto anche per i bambini che prima andavano e ritornavano dalla scuola a piedi, passavano molte ore a giocare all’aperto e andavano in colonia al mare, oggi preferiscono giochi digitali che, a volte, portano a delle pericolose dipendenze. Basterebbe, infatti, un’esposizione alla luce del sole di circa il 25% della superficie corporea per almeno 15 minuti 2-3 volte alla settimana per ottenere dei livelli sufficienti di vitamina D.
La prescrizione di vitamina D incide sulle casse del Sistema Sanitario Nazionale per circa 260 milioni di euro ogni anno + ovviamente i costi del prelievo ematico (l’esame più richiesto da parte dei pazienti!!!). Ma è veramente così necessaria al nostro benessere fisico? E quale è il valore normale della vitamina d? Non tutte le società scientifiche concordano su un valore ottimale ma, la soglia minima che consente la rimborsabilità è stata abbassata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a febbraio 2023, portandola da 20 a 12 ng/mL( NOTA 96).
Al di sopra di questo livello è raccomandata la sua somministrazione solo in caso di specifiche patologie, come l’osteoporosi grave, iperparatiroidismo o nelle malattie da malassorbimento. Per chi non soffre di particolari disturbi è sufficiente seguire una dieta varia ed equilibrata e trascorrere più tempo all’aria aperta, senza dover monitorare i propri livelli di vitamina D con frequenti e costosi esami del sangue, mentre l’integrazione alimentare o farmacologica, può essere di particolare importanza per chi esce poco di casa, come neonati e anziani chiusi nelle r.s.a. o persone che hanno problemi di motilità.
A febbraio 2023 l’AIFA ha recepito i risultati di due studi che dimostrano l’inutilità di dare supplementi di vitamina D per prevenire l’osteoporosi. Infatti, i risultati dei due predetti studi, pubblicati su prestigiose riviste scientifiche, hanno dimostrato che i supplementi di vitamina D, anche quando protratti per molti anni (oltre 5 anni nel primo studio e 3 anni nel secondo)
non modificano il rischio di fratture negli anziani sani. Anche i tanto decantati effetti miracolosi della vitamina D (anti-cancro, anti-depressivo, stimola il sistema immunitario, previene la sclerosi multipla e l'Alzheimer ecc.) mancano di evidenze scientifiche. Quello che sappiamo di sicuro è che una carenza cronica di vitamina D e calcio può portare allo sviluppo del rachitismo nel bambino e osteomalacia nell’adulto. Il rachitismo è una condizione particolarmente grave poiché riguarda ossa in via di sviluppo e comporta una crescita ridotta associata a un quadro di deformità scheletriche, in particolare a livello degli arti. 

L’osteomalacia, invece, colpisce un osso già maturo e dunque comporta principalmente l’indebolimento dello scheletro, che diviene più fragile e suscettibile alle fratture. Ma nei paesi industrializzati, fortunatamente, sono condizioni quasi scomparse (rarissime).
La vitamina D assunta ogni giorno (dose = 1000 UI) o ogni 2 giorni (dose = 2000 UI) viene assorbita meglio rispetto alle megadosi di 25000 o 50000 da assumere ogni 15-30 giorni. In questo modo si evita l'eccesso di vitamina D, anche perché, l’ipervitaminosi può provocare nausea, astenia, dolori addominali e confusione mentale e può portare ad importanti effetti collaterali dovuti all’ipercalcemia con possibile danneggiamento di organi come reni e cuore.
Che bella cosa na jurnata 'e sole, cantava il mitico Enrico Caruso ad inizio ‘900, godetevela e vi ringrazierà non solo il vostro fisico ma anche la tesoreria dello stato….e non dimenticate la protezione solare nelle ore più calde.



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Grazia ricevuta a San Francesco a Folloni (Montella).

     

A ottocento anni dal Miracolo del Sacco, grazia ricevuta a San Francesco a Folloni (Montella).

𝐒𝐚𝐧 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐫𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐚𝐧𝐞>>>>
https://fb.watch/rS0JF-pkvb/?mibextid=KsPBc6

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Consiglio Comunale Montella 29 aprile 2024

Consiglio Comunale Montella 29 aprile 2024 - Sala Consiliare Piazza degli  Irpini , in prima convocazione 29 aprile 2024 . Purtroppo per motivi tecnici, le riprese sono riferite solo alla seconda parte .

                                                           

 

 

 

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Il protettore dello stomaco di Peppino Volpe

Il Protettore dello stomaco - I succhi gastrici sono costituiti da una serie di sostanze tra cui muco, enzimi digestivi, elettroliti ma soprattutto dall’acido cloridrico che serve a rendere l’ambiente dello stomaco molto acido (PH tra 1,5-2,5) che è importante a far iniziare la digestione e ad uccidere la maggior parte dei batteri o dei microrganismi presenti nel cibo ingerito.
Gli inibitori di pompa protonica (IPP) volgarmente conosciuti come salva stomaco o protettori dello stomaco, sono dei farmaci che agiscono sulle cellule parietali dello stomaco facendo diminuire drasticamente la produzione di acido cloridrico.

 

Sono molto rapidi nell'alleviare i disturbi e spesso migliorano notevolmente la qualità della vita di quelle persone che soffrono abitualmente di bruciori o dolori allo stomaco, indipendentemente dalla causa che li ha provocati  (gastrite, ulcera peptica, reflusso gastroesofageo, ecc.).

Sono 5 gli IPP disponibili in Italia: il capostipite omeprazolo (immesso in commercio nel 1989), il lansoprazolo (1995), il pantoprazolo (1997), il rabreprazolo (1999) e l’esomeprazolo (2002). Sono farmaci di indubbia efficacia e il loro utilizzo ha permesso di trasformare le ulcere gastriche e i sanguinamenti gastrointestinali in malattie curabili con i farmaci, senza l’obbligo di ricorrere all’intervento chirurgico.
Il sistema sanitario nazionale (SSN) prevede il rimborso di questi farmaci solo in alcuni casi, regolamentati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) attraverso la NOTA 1 (storia di pregresse emorragie digestive o di ulcera peptica non guarita, o nelle prolungate terapie con anticoagulanti o cortisonici e nell’età avanzata) e la NOTA 48 (ulcera duodenale o gastrica o nel reflusso gastroesofageo per un periodo massimo di 4-6 settimane). Si possono prescrivere per periodi più prolungati solo in alcune patologie rare (es. sindrome di Zollinger-Ellison,ecc).

Nonostante queste raccomandazioni dell’AIFA e le limitazioni imposte, questi inibitori di pompa sono al primo posto nella classifica dei farmaci più usati in Italia sopra i 65 anni e costano al SSN poco meno di 3 miliardi di euro all’anno.

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 Lucia Travaini - Presenta " Il tesoro di Montella " Ducati e fiorini d'oro ...

Il tesoro di Montella, Napoli, Museo Nazionale Archeologico. Il tesoro è composto da 210 monete d’oro: 61 ducati di Venezia [2 Pietro Gradenigo (1289-1311), 4 Giovanni Soranzo (1312-1328), 16 Francesco Dandolo (1329-1339), 8 Bartolomeo Gradenigo (1339- 1342), 31 Andrea Dandolo (1343-1354)]; 89 fiorini di Firenze (1252/1260-1347), 59 imitazioni del fiorino prodotte in diverse zecche europee (si veda il sommario), 1 fiorino falso (breve notizia del tesoro in MEC 14, p. 419). La data di occultamento si fissa intorno al 1354, per la presenza di un fiorino di Carlo V di Valois Delfinato (1353-54, ante giugno 1354), 2 fiorini d’Orange 1350-54, 1 fiorino di Bolco di Schweidnitz c.1345-51; tutti i fiorini di Ungheria sono anteriori al 1353. E’ un tesoro unico per composizione e data, e offre importanti dati su diverse zecche, inclusi legamenti di conio per Firenze, Venezia e Ungheria. Il catalogo è preceduto da introduzioni storiche su tutte le zecche (Matteo Broggini, Hannes Lowagie, Roman Zaoral, e Borys Paszkiewicz).

 https://edizioniquasar.it/products/505

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Al Lingotto di Torino Il libro di Graziano Casalini " Raccolta di scritti su montella.eu"

Al Lingotto di Torino Il libro di Graziano Casalini " Raccolta di scritti su montella.eu" Il giorno previsto al Salone del Libro di Torino è il 13 maggio

 

 

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Consiglio Comunale Montella 17 aprile 2024

Montella 17 aprile 2024 Sessione straordinaria seduta pubblica del Consiglio Comunale 

 

 

 

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L’epatite virale - Peppino Volpe

L’EPATITE VIRALE - Premetto che non è facile sintetizzare il problema dell’ epatite virale perché è causata da tanti virus apparentemente simili ma che in realtà in comune hanno solo una predilezione ad infettare le cellule epatiche .Il messaggio che deve passare è che il virus dell’epatite C ,che in passato ha creato sofferenza e morte in tante persone, oggi si può sconfiggere e che è possibile centrare l’obiettivo indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità e cioè di eliminare l’infezione da HCV entro il 2030.
L'epatite virale è un'infiammazione epatica causata da specifici virus epatotropi e quelli più conosciuti sono quelli dell’epatite A-B-C-D-E e altri virus epatitici minori.
Il virus dell’epatite A si trasmette per via oro-fecale, con contatto diretto da persona a persona o attraverso il consumo di acqua o di alcuni cibi crudi (o non cotti a sufficienza), soprattutto molluschi allevati in acque contaminate da scarichi fognari o contenenti virus. L’Epatite da virus A non cronicizza anche se alcune volte (raramente) può causare l’epatite fulminante. In passato, in alcune aree endemiche l’anticorpo IgG HAV, che indica una pregressa infezione, è stato ritrovato nel 90% della popolazione esaminata.
Comunque i virus che hanno creato maggiori problemi alla salute pubblica sono quelli dell’epatite B e C. Sono infatti, dei virus che si trovano in tutti i liquidi biologici (sangue,saliva,mucose,sperma ecc) che si trasmettono attraverso la via parenterale (sangue) o parenterale inapparente (piccole ferite della cute o delle mucose ) e, pertanto, oltre alla malattia, subentrano per il paziente anche comprensibili problemi di ordine psicologico legati alla paura di contagiare i familiari, gli amici o il partner.
Nella fase acuta l’epatite si può presentare in forma simil-influenzale (febbre astenia, dolore addominale, malessere generale) anche se il sintomo caratteristico è l’ittero. Ma vi sono tante forme asintomatiche che non sono meno pericolose, anzi rappresentano quel bacino di persone che, complice l’assenza di sintomi, non sanno di essere positive. La vera sfida per procedere all'eradicazione della malattia dovrà necessariamente passare dall'individuazione di questo mondo di "sommerso"
rappresentato ,appunto, da chi è positivo al virus senza sapere di esserlo e che in Italia è rappresentato da circa 300000 persone.
Quando cronicizza l’epatite fa veramente paura perché può evolvere verso la cirrosi epatica prima e l'epatocarcinoma poi. In passato la terapia consisteva solo nel correggere il regime alimentare, nel prescrivere qualche epatoprotettore e solo negli stadi avanzati, quando comparivano le complicanze (ascite,iperammoniemia, iperbilirubinemia ecc.) si poteva intervenire farmacologicamente .Moltissimi pazienti si recavano in centri termali incoraggiati dalla pubblicità che esaltava le proprietà di acque miracolose (“Chianciano fegato sano”) !!!
La storia di questa malattia è iniziata a cambiare verso la fine degli ‘’80 e precisamente nel 1989 quando venne isolato per la prima volta il virus dell’epatite C e nel 1991 quando venne resa obbligatoria, in Italia, la vaccinazione anti epatite B a tutti i bambini fino ai 12 anni.
Pertanto, la diffusione delle epatiti virali ha subito negli ultimi decenni una profonda diminuzione, grazie alla migliore conoscenza della trasmissione dei virus, alle migliorate condizioni igienico-sanitarie, alla vaccinazione obbligatoria contro l’epatite B, al miglioramento delle procedure sanitarie (materiale monouso, sterilizzazioni più accurate ecc) ed allo sviluppo di test diagnostici che permettono facilmente il riconoscimento del virus prima di eventuali trasfusioni , interventi chirurgici ecc.
Il primo farmaco importante usato per la cura dell'epatite C fu l’interferone, ma aveva una percentuale di successo bassissima (< del 10%) e importanti effetti collaterali.
Alla fine degli anni 90 all'interferone venne aggiunta la ribavirina che aumentò sensibilmente la percentuale di guarigione (50% circa) ma con notevoli effetti collaterali.


Finalmente nel 2013 è stato approvato negli Stati Uniti (e in seguito anche in Europa) il farmaco antivirale sofosbuvir, in grado di bloccare la replicazione del virus e di guarire dall’infezione in una altissima percentuale di casi (quasi il 100%). L’unico limite iniziale era rappresentato dal costo di circa 80000 euro a terapia. Adesso il prezzo è notevolmente calato e si sta facendo una importante campagna per allargare il trattamento a quante più persone possibile e di scoprire soprattutto il sommerso per debellare l’infezione da HCV entro il 2030. Lo scopritore del farmaco anti epatite c si chiama Michael Sofia (per questo Sof-obuvir), di chiare origini italiane e che lui rivendica con orgoglio, infatti, i nonni paterni erano siciliani e quelli materni toscani. Nato nella Little Italy di Baltimora, figlio di un barbiere e di una impiegata, per pagarsi la costosissima Cornell University lavorava in mensa e vinse numerose di borse di studio. Le azioni dell'azienda nella quale lavorava dopo la scoperta del farmaco hanno avuto un rendimento del 278 % in 9 mesi.
Speriamo che al più presto possiamo parlare al passato di questa malattia e che l'obiettivo fissato dall'OMS di debellare l’epatite C entro il 2030 venga rispettato e senza mai stancarci di ringraziare il nostro illustre compatriota.
Ma se fosse nato in Italia Michal Sofia avrebbe ottenuto lo stesso successo professionale? Nel “bel paese”, purtroppo, la politica entra spesso a gamba tesa anche nella ricerca, spezzando l’entusiasmo e le speranze dei nostri giovani laureati che sono costretti a cercare maggiore fortuna economica e professionale all’estero (fuga di cervelli). Concludo con una frase di Milena Gabanelli: “Una società sana premia il merito, punisce i mascalzoni e investe nell’istruzione”.

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La Casa Comunale di Montella

La Casa Comunale di Montella - Più di trent'anni è durata la  vicenda della ricostruzione della Casa Comunale do Montella  , Insieme al Sindaco e al Vice Sindaco hanno hanno avuto il piacere di discuterne insieme con Bruno Discepolo, Assessore all’Urbanistica della Regione Campania, con la Professoressa Donatella Mazzoleni, progettista dell’opera e con il Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Avellino ,

 

 

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Montella, Un bellissimo dono alla Confraternita di Santa Lucia

Davanti alla porta della Confraternita di S. Lucia è stato ritrovato un pacchetto anonimo contenente una colomba in ceramica . Con trepidazione e curiosità è stato aperto il pacco , ma quando hanno visto il contenuto sono stati illuminati da una figura bellissima di una colomba , accompagnata da un bigliettino anonimo e discreto.

 

Sicuramente il dono è opera di qualcuno del luogo, una persona che conosce profondamente la Chiesa e i suoi dintorni. L'attenzione ai dettagli e la maestria della lavorazione non possono passare inosservate: si tratta di un pezzo di pregevole manifattura con la garanzia e l'eleganza tipiche della lavorazione Capodimonte.

La Confraternita si è consultata con il Parroco Don Franco per decidere la migliore collocazione più adatta.

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Laurea Gianpaolo Dello Buono

Congratulazioni a Gianpaolo Dello Buono figlio di Bianca Palumbo e Alfonso laureato con 110/110  all’università Lumsa di Roma  - laurea specialistica in economia,  

 

 

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Analogie e differenze tra covid 19 e peste bubbonica. di Peppino Volpe

Analogie e differenze tra covid 19 e peste bubbonica. L’epidemia da CoViD-19 è solo l’ultima di una lunga serie di epidemie che hanno piagato il mondo nel corso dei secoli e alcune di queste hanno avuto un ruolo determinante nella scomparsa di intere civiltà. Ma le peggiori pandemie per la popolazione europea furono quelle causate dalla peste e quelle di cui si hanno maggiori testimonianze sono state quelle del trecento e del seicento.
La grande peste nera che iniziò nel 1346 e terminò nel 1353 con molta probabilità venne importata dal Nord della Cina (tanto per cambiare). All'epoca le sue cause ed il suo trattamento erano sconosciuti e solo 5 secoli dopo si scoprì che la peste era una malattia infettiva batterica causata dal bacillo Yersina pestis( in onore allo scienziato Alexandre Yersin che lo isolò per la prima volta nel 1896) e l'ospite più comune del batterio è il ratto e il vettore principale con cui si trasmette agli uomini è la pulce.
Questa è la prima grande differenza con il covid che come è risaputo è una malattia causata da un virus e probabilmente è stato trasmesso all’uomo dal pipistrello.
La peste è detta bubbonica perché una volta che l'uomo è stato punto dalla pulce, dopo un periodo di incubazione che varia dai 2 ai 10 giorni, iniziano ad ingrossarsi i linfonodi, formando dei bubboni della grandezza di un uovo di gallina, dolorosissimi. Negli stadi terminali, la cianosi conferiva al malato un colorito scuro, da cui anche il nome di peste nera.
Il batterio veniva portato dalle pulci per mezzo dei topi che salivano sulle navi mercantili e diffondevano il morbo nei diversi porti dove approdavano.
I gatti potevano essere di grande aiuto nel limitare la diffusione della malattia, purtroppo l'opinione pubblica dell'epoca pensava che erano proprio i poveri felini domestici i diffusori della malattia ed iniziarono a sterminarli e i ratti erano, quindi, liberi di proliferare e di trasmettere la malattia in maniera esponenziale e il tutto era anche favorito dalle scarse condizioni igieniche personali e ambientali (fogne a cielo aperto). La peste si ripresentò in Italia nel periodo tra il 1629 e il 1633(ampiamente trattata dal Manzoni) e colpì diverse zone del Settentrione (come per il coronavirus)
L'arrivo dell'estate e del caldo (al contrario di quello che è successo con il coronavirus) accrebbe ulteriormente la virulenza della peste e la situazione nelle città divenne insostenibile e spesso i parenti malati o morti venivano abbandonati nelle case o per le strade. Iniziò anche a diffondersi l’assurda credenza che alcuni uomini spargessero appositamente unguenti velenosi per propagare la peste, erano i famigerati “untori” che venivano additati, scacciati e a volte linciati.

Ma anche durante il periodo del covid, soprattutto nella fase iniziale, c’è stata la caccia all’”untore”, acuita dai social ed esponendo alla gogna mediatica il “positivo” di turno. E’ stato, per un bel po' di tempo, lo sport preferito dagli Italiani (soprattutto nei piccoli centri).
Durante la peste ,ovviamente, la popolazione non riusciva ad essere informata a differenza di quello che è successo con il covid dove tutti i canali televisivi facevano a gara a chi poteva mandare in onda le immagini più cruente dei pazienti intubati nelle sale di rianimazione degli ospedali ed aggiornare quotidianamente il bollettino dei numeri dei deceduti , terrorizzando soprattutto i cittadini emotivamente più fragili ed alcuni ,soprattutto i più giovani, ne pagano ancora oggi le conseguenze (isolamento sociale, ansia ,depressione, disturbi alimentari, fobie).
La medicina di quell’epoca non era ancora una scienza in grado di fronteggiare una simile epidemia, i medici erano pochi, vestiti in modo carnevalesco e senza armi terapeutiche e per questo fu lasciato campo libero ai ciarlatani ed alle fattucchiere che vendevano a caro prezzo intrugli miracolosi. Ma se vogliamo, anche durante il covid, virologi, epidemiologi, infettivologi, sedicenti scienziati esperti di pandemie, erano diventati delle vere e proprie star, invitati in tutti i salotti televisivi nazionali e spesso dicevano tutto ed il contrario di tutto, litigando tra di loro per guadagnarsi la palma del più bravo e contribuendo, così, a creare confusione nella mente degli italiani.
Durante la peste, l'unico modo serio per arginare l'epidemia furono le leggi imposte dalle autorità che vietarono feste e viaggi controllando con delle ronde i punti di accesso alla città e realizzando nelle aree periferiche, i “lazzaretti”, dove confinare gli appestati, misure paragonabili a quelle adottate durante il covid (lockdown nazionale, zone rosse e centri covid).
La peste raggiunse Napoli nel 1656, causando 150mila vittime su circa 300mila abitanti.
Ad Avellino su 10000 abitanti ne sopravvissero poco più di 3000. Mancavano anche i becchini, per cui il principe Caracciolo fece grazia ai condannati per obbligarli a seppellire i cadaveri o di bruciare i corpi in putrefazione per le strade.


Anche Montella pagò a caro prezzo l'epidemia di peste. Gli scenari tragici di quel periodo sono stati magistralmente descritti e documentati dal prof. Mario Garofalo (1656 annus horribilis). All'epoca, quasi tutti i montellesi avevano il diritto di sepoltura nelle chiese, ma dopo circa un mese dall'inizio dell'epidemia non vi erano più posti e, pertanto, venivano seppelliti nelle fosse comuni di cui una realizzata nelle vicinanze della chiesa della Madonna della Libera dove già esisteva l’ospizio per i forestieri e l'altra nei pressi della chiesa di Santa Maria Visita Poveri a Sorbo (dove risiedeva più del 40% dei montellesi).


Molti cadaveri vennero infossati anche sotto il pavimento della cappella Delle anime del Purgatorio risalente al XVI° secolo e recentemente ristrutturata, dove di solito venivano sepolti “i morti senza nome” (abbandonati, emarginati, viandanti ecc.), che a Napoli chiamavano “anime pezzentelle”, che dovevano purificarsi dal loro grande peccato: la povertà!!!

Nella chiesa barocca del Purgatorio ad Arco a Napoli c’era il culto delle anime pezzentelle ,che era una macabra tradizione napoletana che consisteva nell’adottare, da parte di ogni buon credente , il teschio ( “capuzzella”)di una predetta anima, custodirla in una teca o in una semplice scatola, e chiedere aiuto per una grazia (spesso numeri al lotto).Per ogni desiderio esaudito si portava un omaggio al teschio e si pregava per alleviarne le pene dalle fiamme del purgatorio (Arrefresca l’anima re lo preatorio ) .
Venne realizzato alla meno peggio anche una specie di lazzaretto (una baracca) nel largo di Piediserra ma non ebbe grande successo e ben presto venne abbandonato per le pessime condizioni igieniche. Anche durante il covid è stato attivato il “Covid Residence” nel comune di Montella nell'area attigua al Convento di San Francesco a Folloni (dotato di 41 posti) e messo a disposizione dei pazienti che erano impossibilitati a permanere nel proprio domicilio in sicurezza. Fortunatamente è stato utilizzato da poche persone.
Gli appestati, di solito, morivano in una settimana e rimanevano abbandonati nelle proprie abitazioni o insepolti per le campagne. I preti, a qualche morente, somministravano l'eucarestia ponendo l'ostia consacrata sull'estremità di una pertica. Era una morte in solitudine,priva dell'umana pietà, simile se vogliamo, con le necessarie eccezioni dovute ai tempi, a quello che è successo nei reparti di rianimazione degli ospedali del Nord e con le terrificanti immagini dei camion dell'esercito che trasportavano bare ai forni crematori senza dare la possibilità ai familiari di dare l'ultimo saluto.
In quell’epoca i montellesi ancora non avevano scelto un santo protettore, c'era già, a S. Simeone, la splendida Chiesa di Sant'Antuono che venerava S.Antonio Abate , guaritore dell'herpes zoster o fuoco di S.Antonio, ma alla fine venne scelto S. Rocco (come in tanti altri paesi limitrofi) che era uno specialista della materia ( protettore degli appestati, contagiati, emarginati, ammalati, viandanti e pellegrini, , invalidi, prigionieri, chirurghi, operatori sanitari, farmacisti). Finalmente la peste cessò di mietere vittime nell'agosto del 1657 dopo aver causato 1924 morti su una popolazione di 3000 abitanti (2/3).
In Italia i deceduti per covid sono stati 196.379. in Campania 9.623, a Montella questi erano i dati in piena pandemia

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Il Sabato Fascista a Montella - di Lorenzo Cianciulli, classe IIID

Cari lettori, l’articolo che state leggendo mi è balzato in mente quando a scuola abbiamo cominciato a parlare di Mussolini e del fascismo. L'intervista che ho deciso di fare racconta la giovinezza di mia nonna Rosaria durante quel periodo che ha plasmato profondamente l'Italia cambiandone la cultura e il tessuto sociale. Avendo mia nonna ben 97 anni, è testimone della vita di quel tempo e di un'epoca lontana ancora palpabile grazie ai suoi ricordi. Ciò che ha subito richiamato la mia attenzione è stata la sua memoria, la precisione con cui raccontava questi fatti come se fossero accaduti qualche settimana prima. Molto probabilmente questi ricordi così duraturi sono frutto anche di una sterminata propaganda, che il Duce metteva in atto attraverso mezzi di comunicazione di massa, e che facevano il lavaggio del cervello a 50 milioni di italiani. Non vorrei dilungarmi molto, quindi, adesso passo la parola a mia nonna che risponderà dettagliatamente alle mie domande. Mi auguro che questo racconto vi appassioni e vi offra uno sguardo diverso sulla storia e sulle persone che l'hanno vissuta.

Lorenzo: Nonna, mi racconti del “Sabato Fascista” a Montella quando eri capo squadra delle Piccole Italiane?
Nonna Rosaria: Ah, Lorenzo, era un altro mondo, sai? Mi ricordo come se fosse ieri. Avevo poco più di 10 anni, ma le responsabilità che sentivo sulle mie spalle erano enormi. Il sabato, ci svegliavamo all'alba, tanta era l’eccitazione per la giornata che aspettava noi ragazzini. La mamma mi aiutava a indossare l'uniforme delle Piccole Italiane: una camicetta bianca, un gonnellino nero, calzettoni neri e il fazzoletto nero annodato al collo. Ogni piega doveva essere perfetta, ogni dettaglio contava, eppure ti assicuro che non avevamo tutti gli agi dei ragazzi di oggi, nelle case non c’era neanche l’acqua corrente.

Partivamo da Piazza Bartoli, in formazione, marciando al ritmo dei nostri passi. Io guidavo la marcia gridando: un due, un due, un due... Ben ordinate attraversavamo le strade di Montella e ci dirigevamo verso la Chiesa della Madonna della Libera. Il nostro paese, per noi ragazzi sembrava ancora più bello ed importante in quel giorno di sabato.
Lorenzo: E poi, nonna? Cosa succedeva alla chiesa?
Nonna Rosaria: Davanti alla chiesa, il sagrato, era il nostro palcoscenico. Mi posizionavo davanti alle mie compagne, pronta a dimostrare gli esercizi di ginnastica. Eravamo tutte un po' nervose, ma eccitate. Quando alzavo le braccia per iniziare, sentivo tutti gli occhi puntati su di noi. Con ogni movimento, ogni salto, sentivamo di appartenere a qualcosa di più grande. Le risate, i sorrisi, le incertezze diventavano un'unica danza. E quelle amicizie, Lorenzo, erano le uniche cose che avevamo, per questo crescevano solide come i castagni che ci circondavano.


Lorenzo: Mi racconti ancora qualche episodio del periodo Fascista che ha coinvolto Montella?
Sai Lorenzo, mi hai fatto ricordare un episodio che coinvolge direttamente Montella. Nel 1936 accadde un fatto importante proprio nel nostro piccolo paese, io avevo solo 9 anni, ma lo ricordo ancora e poi la storia l’ho sentita raccontare per anni. Tutta Montella era in fermento, le campane suonavano a festa, un suono che univa la comunità nell’attesa del Principe Umberto II di Savoia. A Montella, come in tanti altri paesi, la presenza di un membro della casa reale, era un evento importantissimo. Erano apparsi manifesti e scritte inneggianti la monarchia e Mussolini. “W il Duce” era scritto ovunque, anche sulla chiesa delle Anime del Purgatorio qui vicino casa. Era un modo per il regime di mostrare la propria forza e il legame con la monarchia. La folla si accalcava in piazza, mantenuta in ordine da un cordone di carabinieri e soldati. Immagina Lorenzo, l'emozione e l'attesa nelle strade, gli sguardi rivolti verso la via polverosa, nell'attimo in cui la macchina che portava il principe fece il suo ingresso. Il principe, accolto dal podestà e dalle autorità civili e militari, passò in rassegna le truppe, mentre si sentiva suonare la musica dell'inno reale. Erano eventi che il fascismo sapeva orchestrare molto bene, ma dietro quella facciata c'erano tante difficoltà. La storia, mio caro, ha sempre molte sfaccettature te lo dico per esperienza.


Lorenzo: Nonna racconti tutto come se fosse stato un bel momento, ma poi è arrivata la guerra...
Nonna Rosaria: Sì, è un ricordo bello legato alla giovinezza e all’amicizia, sai non sapevamo fino in fondo quello che facevamo, ma per noi ragazzi erano sicuramente belle avventure, che alimentavano le nostre amicizie. Poi il mondo che conoscevamo è cambiato con la guerra. Le ristrettezze, le paure... Ricordo una volta, una nostra vicina portò una mela per me e tuo zio. Era un tesoro raro allora. Lei rimase a guardare mentre la mangiavamo, occhi fissi su di noi. Quando le chiedemmo perché ci osservasse così attentamente, rispose che doveva assicurarsi che non gettassimo neanche i semi. "Non si butta nulla", disse “Le persone non hanno neanche semi da mangiare”. Quelle parole non le ho mai dimenticate.
Lorenzo: Come hai fatto a superare quei tempi così duri, nonna?
Nonna Rosaria: Con la famiglia, l'amicizia, e la speranza, Lorenzo. Le stesse persone con cui ridevo e giocavo sul sagrato della chiesa sono diventate le mie compagne nella lotta quotidiana per la sopravvivenza. Abbiamo imparato insieme il valore di ciò che davvero conta.

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