Sono Giovanni Tiretta e certamente per tantissimi amici di Montella.eu sono “un perfetto sconosciuto” mentre per altri, soprattutto miei coetanei, sono familiarmente conosciuto come “Nino Tiretta”.
civico n. 4 del Corso Umberto I, in prossimità della Piazza Batoli, all’imbocco dell’attuale via Don Minzoni.
Nel calendario 2016 della Misericordia di Montella, nella pagina dedicata al mese di ottobre è riportata l’immagine denominata “Anni 40 – Piazza Bartoli/Casa Ciociola - Famiglia matriarcale ”; io appartengo a quella famiglia e, come riporta la didascalia, sarei quel bimbo che si trova, in basso, a sinistra della foto !!
I miei unici e prossimi parenti - discendenti dalla “Famiglia Ciociola -Tiretta” e residenti a Montella - in definitiva sono i miei due cugini (figli di mia zia Olga) Totoruccio e Matteo Fierro e i miei due nipoti (figli di mia sorella Lillina Tiretta) Giampiero e Salvatore Palmieri.
Ho sposato Silvana Marinari, figlia di Carmine Marinari (il proprietario della “Segheria Fratelli Marinari”) e sorella dunque di Gennarino Marinari, di Margherita, di Bruno e Franco nonché di Marcella e di Gaetano
Dal 1964 al 1978 sono stato maestro elementare in vari comuni della provincia di Napoli, ove, essendomi sposato, risiedevo con la famiglia a Catellammare di Stabia. Dal 1979 sono stato Direttore Didattico a Guardia dei Lombardi e a Morra De Sanctis; all’epoca del terremoto del 1980 risiedevo a Montella e, l’anno successivo, nel 1981, mi sono trasferito in Toscana. Vivo a Lucca e dal 2005 sono in pensione dopo aver diretto, per 24 anni, le Scuole Primarie del Centro Storico di questa città.
Pur non lavorando e vivendo stabilmente a Montella, con Montella ho sempre mantenuto integro il mio “cordone ombelicale; sempre, tutti gli anni, soprattutto in concomitanza delle vacanze scolastiche sono sempre ritornato a Montella , sempre con piacere, sempre con un entusiasmo mantenendo così, integri e vitali, i miei rapporti cordiali e di amicizia.
Molte volte, da quando sono in pensione, su Facebook "pubblico" osservazioni e riflessioni riferite soprattutto ai libri che di volta in volta leggo, a miei viaggi turistici, alle mostre, ai film o agli altri spettacoli cui assisto ed è da questa mia consuetudine discende il fatto che Vittorio Sica, in un nostro recente incontro, parlando di Montella.eu, mi ha amichevolmente sollecitato ad offrire una mia collaborazione, soprattutto attraverso brevi "articoletti" da pubblicare su Montella-eu.
Dunque, superando dubbi, perplessità ed incertezze (ed anche per non deludere la vecchia amicizia che mi lega a Vittorio) mi sono convinto ad accettare il suo invito e, pertanto, eccomi qui, a “scrivere” per Montella.eu.
Chiarisco da subito che non mi sento e né ho assolutamente competenze proprie di un giornalista, né di un critico letterario né quelle di uno scrittore; i miei saranno contributi semplici, espressi con spontaneità e senza alcuna velleità letteraria.
Soprattutto, come ho chiarito al Direttore di Montella.eu, il mio contributo principale sarà costituito da annotazioni e riflessioni riferite alle mie letture giacché sono un accanito lettore di libri, letture che inglobano sia la letteratura contemporanea sia quella “classica”, vale a dire quella dei più grandi scrittori, nazionali ed internazionali del passato.
In tal senso riferirò le mie impressioni e le breve trame di queste letture e ciò, non fosse altro che allo scopo di offrire proposte e suggerimenti agli interessati e appassionati, al mio pari, alla lettura.
Da pochi giorni ho completato la lettura del libro “Storia della bambina perduta” di Elena Ferrante e dunque sono i libri di questa scrittrice che vorrei consigliare.
Elena Ferrante è (come indicato anche da Wikipedia) “una scrittrice italiana la cui identità è nascosta ed è opinione diffusa che il suo nome sia in realtà uno pseudonimo. Tra le ipotesi fatte sulla sua vera identità ci sono quelle di Anita Raja, traduttrice e saggista partenopea moglie di Domenico Starnone, di Starnone stesso, di Goffredo Fofi, e degli editori Sandro e Sandra Ferri”.
Senza aver mai svelato la propria identità, Elena Ferrante è una scrittrice apprezzata in Italia e all'estero ed autrice, tra l’altro, di una quadrilogia che ingloba, per l’appunto, quattro romanzi : “L’amica geniale” (pubblicato nel 2011), “La storia di un nuovo cognome” (del 2012), “Storia di chi fugge e di chi resta” (del 2013) e “Storia della bambina perduta” (del 2014).
Mi sono avvicinato a Elena Ferrante dopo l'invito pubblico di Saviano per farla partecipare al premio Strega, incuriosito anche dallo pseudonimo e, non ultimo, dal successo di pubblico che quest'autrice ha avuto con la sua quadrilogia che in definitiva è apparsa di buon livello, con scrittura essenziale, di buona lettura e senza sbavature o fronzoli.
La quadrilogia è una saga di due amiche-nemiche: Raffaella Cerullo ( detta Lina o Lila e figlia di un ciabattino, o meglio di uno scarparo, come si dice in napoletano) ed Elena Greco (detta Lena o Lenù, figlia di un usciere del comune). Di fatto esse (assiduamente accompagnate da tutta la famiglia dei Greco, dei Cerullo, dei Carracci, dell’intero “Rione” e da tutta una numerosa folla di altri personaggi minori) sono le protagoniste uniche e assolute della intera quadrilogia. In questi romanzi Elena Ferrante racconta tutta la loro storia che, come s’è detto, si snoda in oltre mezzo secolo di vita, dai primissimi anni '50 fino ai giorni odierni.
La loro storia inizia nel romanzo “L’amica geniale”, un libro questo che mi ha ricordato un po' “Acciaio” di Silvia Avallone ma poi, descrivendo la Ferrante una Italia del '900, povera e ancora alla ricerca di una identità, evolve nella narrazione, prende crescente corpo e la lettura del libro diventata sempre più appassionante ed avvincente.
Nei libri successivi “il file rouge” resta sempre la storia delle due ragazze molto legate, ne descrive meglio i contesti famigliari e nel contempo ripercorre, in forma sottesa, la storia del nostro Paese, storia che resta sullo sfondo di tutta la narrazione, per cui si intravedono, distintamente, gli anni 50/60, il boom economico, l’avvento del centrosinistra, l’ autunno caldo, le esplosioni della Banca Nazionale e di Piazza Fontana, la contestazione studentesca, il terrorismo, il sequestro di Ciro Cirillo, la guerra di camorra, il terremoto del 1980 in Campania, e via via, gli eventi più recenti correlati alla storia del nostro Paese,
In sintesi ritengo la quadrilogia della Ferrante una serie di buoni libri, sono romanzi che vanno letti nel loro ordine di pubblicazione, sono scritti bene e a me sono piaciuti anche perché descrivono onestamente l'ambiente della periferia di Napoli dal primo dopoguerra ad oggi.
I quattro romanzi sono belli, interessanti e fanno soprattutto sorgere molte riflessioni su Napoli, sui tempi andati, sui modelli di relazione, sui valori degli anni 60, sull'amicizia femminile, sull'invidia, sull'essenza unica della vita.
Per chi, che come me, ha vissuto o frequentato Napoli i romanzi valgono doppio, giacchè offrono ricordi e spunti vari sulla vita nelle vie e nelle zone di Napoli, su Ischia, sul “ come eravamo”.
La Ferrante scrive bene, in maniera asciutta, pulita, mescolando italiano ed espressioni napoletane; va comunque detto che i suoi romanzi non raggiungono altezze sempre elevate, non graffiano mai abbastanza, a volte sono un po’ ripetitivi, non sono, dunque, geniali come dovrebbero (e come ci si aspetterebbe sia dai titoli, sia dai commenti dei critici letterari e sia dalle esaltanti recensioni sventagliate su giornali e riviste varie).
Onestamente va comunque detto che Elena Ferrante è brava …….. ma non è Tolstoj dal di cui spessore artistico e letterario la Ferrante è di molto lontana, forse con l’autore di “Guerra e pace” la Ferrante può solo condividere la scrittura di tante, tantissime pagine, oltre 1.500 !!
I romanzi della Ferrante, alla fin fine non sono altro che la descrizione di due donne dal carattere instabile, la descrizione del loro evolversi, dall’infanzia allo loro maturità, delle loro bizze espresse e presentate attraverso storielle piacevoli, molto adatte per una trasposizione televisiva, ma la sua non è certamente grande letteratura ! ! !
Il caso Elena Ferrante è, secondo me, una ben riuscita operazione commerciale che poi alla fin fine non arreca danni a chi legge appunto, uno dopo l’altro i romanzi “L’amica geniale”, “La storia di un nuovo cognome”, “Storia di chi fugge e di chi resta” e “Storia della bambina perduta”, libri tutti questi interessanti e che si possono leggere.
Buona lettura dunque e tanta, tanta cordialità a tutti:
Giovanni Tiretta (Nino per gli amici !!!)