Di Giovanni Tiretta su Martedì, 23 Luglio 2019
Categoria: Arte e cultura

Antonio Recupido: un amico, un collega.

L’altro ieri, domenica 21 luglio, all’età di 79 anni,   è venuto a mancare Antonio Recupido. Lo chiamavamo, con affetto, “Totonno” e la sua scomparsa si aggiunge a quella di tanti e, tanti altri cari conoscenti ed amici.     Ecco dunque che la lista degli amici e delle persone care scomparse, ahimè, si allunga ancora con un elenco sempre più lungo e consistente, nel quale trovano posto amici di un’infanzia assai lontana, nel quale sono inclusi, tanto per ricordare, a mo’ d’esempio, qualche nome: Pio

Capone, Guido Gramaglia, Aretino Volpe, Guiduccio Moscariello, Rocco Furelli, Peppo Branca, Nando Di Genoa e, solo da qualche settimana, da Vinicio De Stefano.

Totonno è stato per me un autentico amico fraterno e alla sua persona sono legati ricordi, esperienze di una gioventù rapportata alle comuni vicissitudini studentesche, quelle di una vita intera, ai tanti ricordi che in queste ore riemergono generandomi una commozione e una tristezza indescrivibili.

Sono ricordi belli, caratterizzati dalla spensieratezza giovanile e, dunque, fatta di desideri, di sogni e di semplici eventi.

Ci siamo conosciuti tra i banchi di scuola, quando frequentavamo, insieme e in classi diverse, la Scuola Media di Montella.

La nostra amicizia è, dunque, un’amicizia lontana e che comunque s’è particolarmente rinsaldata in occasione della comune preparazione al concorso magistrale che affrontammo, con la “guida” di Carlo Ciociola, insieme a mio cugino Totoruccio, a Peppo Branca, ad Amedeo Gramaglia e a Fernando De Simone nel periodo compreso negli anni 1961-1963.

Affrontammo il concorso Magistrale in provincia di Napoli sostenendoci ed incoraggiandoci reciprocamente. Superammo insieme il concorso da maestri elementari e così mentre lui andò ad insegnare, insieme a Peppo Branca, a Marano, alla “Massaria Cardone” (una zona periferica di Napoli) io andai ad insegnare prima a Procida e poi a Castellammare di Stabia.

Pur essendoci stabiliti in provincia di Napoli (lui a Marano di Napoli ed io a Castellamare di Stabia) tutti gli anni ci ritrovavamo a Montella ed innumerevoli e sistematiche erano le “rimpatriate goliardiche” per lo più onorate, in un clima di generalizzata allegria, in qualche ristorante paesano.

Ricordo che in tali occasioni era anche capitato che noi - superstiti di quella banda di allegri “AMICI MIEI”- riprendessimo la pregressa consuetudine di sciamare, a notte inoltrata, per le strade di Montella per cantare, in coro e accompagnati dal suono di una chitarra, vecchie e romantiche canzoni.

La bella ed allegra consuetudine di quelle “rimpatriate estive” si è protratta per tanti e tanti anni. Successivamente essa terminò, comunque, con la scomparsa di Peppo Branca ma ad essa ne è, poi, subentrata, un’altra, quella di una “pizzata”, circoscritta, in forma più personale, con la presenza delle reciproche consorti al fine di suggellare il nostro ritorno estivo a Montella,

Anche per quest’anno avevamo in animo di rincontrarci e, sentendoci con Totonno in occasione del suo onomastico, il 13 giugno scorso, già ne parlavamo concordando l’evento proprio per questo periodo di luglio-agosto, qui a Montella, ma ironia della sorte tutto è tristemente saltato.

Totonno era una persona unica, sempre cordiale, sincero, disponibile, generoso: una persona onesta, amabile, cara.

Era una persona di saldi principi, coerente, aperta, capace di esprimere sempre il suo pensiero, senza prepotenze e nel pieno rispetto delle opinioni altrui.

Era una bella persona, sempre piena di speranza, di fiducia e con una costante serenità, caratteristica questa che ha saputo evidenziare, sorprendentemente, anche nei momenti di contrarietà, di sofferenza e di dolore.

I valori ai quali egli ispirava la sua esistenza e la sua condotta erano valori nobili ed improntati soprattutto all’amore verso la famiglia, alla solidarietà, valori che nella globalità facevano di Totonno una persona da avere in considerazione e di essere onorati e felici di conoscerlo e di averlo come amico.

Professionalmente era di molto preparato, con interessi positivi e poliedrici e, ha insegnato, fino alla pensione, insieme a Peppo Branca, a Marano, alla “Massaria Cardone” vale a dire in una zona periferica di Napoli dove era, in modo incondizionato e motivato, assai apprezzato, stimato ed amato dai colleghi, dai suoi alunni e dalle loro famiglie.

Religiosamente credente, Totonno era “fratello” della confraternita di Santa Maria delle Grazie e, in concomitanza degli aventi liturgici e delle processioni paesane, era sempre presente pur abitando, di fatto a Napoli. Amava il suo paese natale, ne apprezzava le bellezze paesaggistiche e le tradizioni storiche e culturali tant’è che ultimamente era mio “consulente” prezioso soprattutto per la stesura dei miei articoli pubblicati su “Montella.eu e sulla rivista “Il Monte”.

In questi momenti la tristezza che mi attanaglia è grande, ho un rammarico indescrivibile per la sua scomparsa e dunque con questo mio stato d’animo, esprimo ogni possibile cordoglio a tutta la sua cara e magnifica famiglia, a sua moglie Enza, ai suoi figli Alessandro e Davide, al fratello, alle sorelle e cognati.  

Ciao Totonno e che “Terra tibi sit levis”

Con tantissima amicizia, stima e affetto: Nino Tiretta

  
 

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