100 vittorie in fila, e quasi non accorgersene. Con la vittoria interna su South Carolina, le ragazze di University of Connecticut hanno aggiunto l’ennesima riga agli almanacchi. E’ la prima striscia vincente in tripla cifra nella storia del college basket, 12 in più di quelle della UCLA maschile di John Wooden. Eppure questo record rimane uno sfizio, un balzello statistico, rispetto agli altri traguardi raggiunti da questo ateneo. E da Geno Auriemma, il suo leggendario
allenatore.
LEGGENDA — Arrivò in USA da Montella, provincia di Avellino, a 7 anni. Doveva essere uno dei tanti emigrati italiani sbarcati nel New England, destinati a una vita di stenti; e invece ora è padrone assoluto di Storrs, Connecticut, uno delle roccaforti delle elite anglosassoni che imperversano sulla East Coast. Ha portato UConn a vincere 11 titoli, lanciato alcuni tra i più grandi talenti del basket femminile, riscritto la storia dello sport americano. La sua leggenda, impreziosita da tre ori olimpici, è ai livelli di Michael Jordan e Bill Russell, e sembra non volersi fermare mai. Più vince, più è destinato a vincere, in un circolo virtuoso infinito. Proprio per questo, della striscia di vittorie gli interessava il giusto. Era stufo dall’attenzione spasmodica sull’argomento, anche se ha riconosciuto la portata del risultato. "L’avesse fatto la squadra dell’anno scorso sarebbe stato quasi scontato; ma per quello che siamo quest’anno, è un grandissimo risultato" ha detto, come riportato da Sports Illustrated.
VITTORIE — Cambiano le giocatrici, rimane il dominio. Dopo quattro titoli consecutivi, con l’ultima sconfitta che risale all’autunno 2014, doveva essere un anno di transizione. Almeno per gli standard di UConn. Perse Breanna Stewart, Moriah Jefferson e Morgan Tuck, stelle del quintetto base prima di diventare prima, seconda e terza scelta assoluta al draft WNBA (!), le Huskies erano partite al numero tre del ranking nazionale, dietro Notre Dame e Baylor. Una posizione inusuale, che ad Auriemma andava tutto sommato bene. Meno pressione, meno antipatie. Pochi mesi dopo, sembra di essere tornati alla solita storia. Napheesa Collier, giocatrice di ruolo nelle precedenti edizioni, ha triplicato la sua media punti e quasi raddoppiato quella dei rimbalzi, imponendosi come leader di una squadra giovanissima, e che pure sembra giocare assieme da una vita. "Non mi aspettavo che avremmo trovato gli equilibri giusti così in fretta" ha ammesso Auriemma. Alla partita di esordio è arrivata una vittoria di due punti, contro Florida State. Da lì in poi solo successi convincenti, anche contro le squadre date per favorite a inizio stagione. E con una squadra con grandi margini di crescita, la prospettiva è solo quella di diventare sempre più forti. La fine della striscia sembra lontana.
PERFEZIONE — Nel corso degli anni, Auriemma si è calato alla perfezione nella parte di asso pigliatutto. Le vittorie, il carattere vulcanico, la sfacciata fiducia nei mezzi delle sue squadre non lo hanno reso indigesto a molti. Le schermaglie con Pat Summitt, storica allenatrice delle altrettanto leggendarie Lady Vols di Tennessee, tuttora detentrice del record di vittorie in carriera per un coach di Division I, hanno fatto storia. E il suo dominio a tutto tondo sulla scena politico-sociale di Storrs, dove è pure proprietario di uno dei pochi ristoranti vicini al campus, non è ben visto da alcune delle famiglie locali senza grande interesse per lo sport. Ma sfide e risentimenti lo hanno sempre caricato. Dopo 32 stagioni al comando della panchina, l’appagamento sembra lontanissimo. "La perfezione non si può raggiungere. Tanto vale continuare a inseguirla" ci disse nel 2013, quando andammo a trovarlo nel suo ufficio. In pochi ci si sono avvicinati a tal punto.